NAPOLI – I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli e della Compagnia di Portici, nell’ambito dell’”operazione 18APP”, nella giornata di ieri, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali disposte dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli, nei confronti di nove soggetti indagati, all’esito di articolate indagini svolte dalla Procura della Repubblica di Napoli, per le ipotesi di reato di associazione per delinquere, operante nel Comune di Ercolano (NA), truffa aggravata ai danni dello Stato nonché per reati di autoriciclaggio dei profitti di reato.
In particolare il GIP del Tribunale di Napoli ha disposto la misura cautelare in carcere nei confronti di tre indagati e la misura degli arresti domiciliari nei confronti di due ulteriori indagati ritenuti a vario titolo organizzatori e gestori delle attività del gruppo, nonché dell’obbligo di dimora nei confronti di quattro ulteriori soggetti individuati quali procacciatori e intermediari.
Contestualmente il GIP ha disposto il sequestro preventivo in forma diretta e per equivalente di beni e aziende riconducibili ai soggetti indagati, per un valore prossimo ai tre milioni di euro, e costituenti –nell’ipotesi investigativa – il profitto dei reati.
Nell’ambito di accertamenti finalizzati alla prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio e a seguito di una segnalazione del Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie, la Compagnia di Portici – su delega della Procura di Napoli, III Sezione, ha svolto indagini dal 2017 al 2021, all’esito delle quali sono stati acquisiti molteplici indizi circa l’esistenza di un sodalizio criminale facente capo ai gestori di una libreria ubicata in Ercolano, i quali con la collaborazione di altri organizzatori e intermediari avrebbero dato vita ad un meccanismo fraudolento diretto all’illecita riscossione e conversione in denaro attraverso la piattaforma informatica dedicata, di buoni del valore di 500 euro ciascuno erogati dal Ministero dei Beni delle Attività Culturali e del Turismo (oggi Ministero della Cultura) a favore dei neodiciottenni nell’ambito del progetto cosiddetto “bonus cultura 18APP”, viceversa ideati per supportare i costi sostenuti dai giovani maggiorenni per acquistare libri, o fruire di beni o servizi di natura culturale.
Per quanto sinora ricostruito, l’attività illecita era dunque connotata dalla simulazione della compravendita di libri, in realtà mai avvenuta, presso l’esercizio commerciale citato – anch’esso sottoposto a sequestro preventivo – dalla emissione di fatture ed altra documentazione fiscale giustificativa non veritiera, che consentiva agli indagati di richiedere ed incassare dal MIBACT (ora MIC) il rimborso dell’intero valore di ciascun “buono” (del valore complessivo di € 500), frustrandone di fatto le finalità istituzionali.
Il meccanismo fraudolento descritto avrebbe permesso – attraverso la conversione in denaro, non consentita, del contributo pubblico – di conseguire il rimborso di circa 6.400 voucher 18APP (intestati a beneficiari residenti in tutto il territorio nazionale), traendo ingenti profitti e cagionando al Ministero della Cultura un danno stimato in circa 3 milioni di euro.
Le indagini hanno anche permesso di ricostruire anche le attività di sistematico svuotamento dei conti correnti su cui venivano accreditati dal MIBACT le somme oggetto dei rimborsi, e le successive operazioni di investimento dei profitti tratti dalle attività illecite, utilizzate dagli indagati per l’acquisto di beni di valore, immobili e per l’acquisizione e gestione di aziende operanti nel settore turistico.
Una di queste società (colpita dalla misura reale del sequestro preventivo emesso dal GIP), a seguito di una prima cancellazione dell’accredito da parte del Ministero della Cultura è stata capziosamente riconvertita per oggetto sociale alla “vendita al dettaglio di libri”, proprio al fine di proseguire l’illecita attività di riscossione e riconversione in danaro del bonus cultura “18 app”, di fatto avvenuta anche gli anni 2020, 2021 e 2022.
Sono state svolte attività di perquisizione personale, locale ed informatica, che hanno portato al rinvenimento, allo stato, di oltre 25.000 euro in contanti.
Si sta inoltre procedendo al sequestro preventivo, anche per equivalente, del profitto dei delitti – disposto per circa 3 milioni di euro – a valere su beni di pertinenza degli indagati, tra cui conti correnti, 15 immobili, di cui 2 B&B, siti a Ercolano e Napoli, l’attività di libreria e 5 veicoli.