Il mese di gennaio 2023 in Italia ha fatto registrare una temperatura superiore di 0,96 gradi rispetto alla media storica, dopo che il 2022 aveva già registrato un’anomali climatica di ben 2,09 gradi nel confronto con il passato. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati isac Cnr diffusa in occasione dell’allarme lanciato dal servizio di osservazione della Terra dell’Unione europea Copernicus, secondo il quale gennaio è stato il terzo più caldo della storia d’Europa, con segnali negativi da tutti i Paesi ma anche dai ghiacciai marini.
In Italia lo sbalzo termico più evidente si è avuto paradossalmente nel Nord Italia – sottolinea la Coldiretti – con +1,41° mentre nel Sud e nel centro si sono registrati rispettivamente +0,67 e +0,65 gradi. Le alte temperature fuori stagione in Italia e nell’intero Vecchio Continente sono il segno più evidente – rileva Coldiretti – degli effetti dei cambiamenti climatici che si manifestano proprio con una più elevata frequenza di sfasamenti stagionali, eventi estremi, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo.
Lo testimonia l’arrivo sull’Italia, dopo un gennaio caldo, dell’ondata artica – sottolinea la Coldiretti – accompagnata da minime sottozero e nevicate locali fino al mare. L’ingresso del grande freddo, con bufere di vento che hanno sradicato alberi e fatto crollare le temperature nelle campagne – continua la Coldiretti – colpisce le coltivazioni invernali come cavoli, verze, cicorie, e broccoli ma anche fiori e gemme delle piante da frutto mentre nelle serre esplodono i costi del riscaldamento per ortaggi e fiori proprio alla vigilia di San Valentino.
L’agricoltura – conclude la Coldiretti – è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con i danni provocati dalla siccità e dal maltempo che hanno superato nel 2022 i 6 miliardi di euro.