Dopo una fase di “calma” torna a crescere l’indice del disagio sociale misurato da Confcommercio. Il MIC di gennaio 2023 si è attestato infatti su un valore stimato di 17,9, in aumento di sei decimi di punto sul mese precedente. Il peggioramento dell’indicatore è dato dall’aumento del tasso di variazione dei prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza di acquisto e di una moderata crescita della disoccupazione.
Commentando i dati, il direttore dell’Ufficio Studi Mariano Bella ha sottolineato che “a gennaio il mercato del lavoro ha continuato a mostrare, nonostante il rallentamento dell’attività economica, segnali di vivacità. Il numero di occupati è aumentato di 35mila unità su dicembre e le persone in cerca di lavoro di 33mila, fenomeno quest’ultimo in parte collegato ad una maggior partecipazione al mondo del lavoro (gli inattivi si sono ridotti sul mese precedente di 83mila unità). Queste dinamiche hanno comportato una lieve crescita del tasso di disoccupazione ufficiale (7,9%)”.
A gennaio 2023 i prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto hanno mostrato una variazione su base annua dell’8,9%, in aumento rispetto all’8,5% del mese precedente. “Le prime stime di febbraio segnalano un ulteriore rialzo (+9,0% su base annua), a conferma del permanere di tensioni nella filiera importazioni, produzione, ingrosso e distribuzione finale. Le suddette tensioni sono testimoniate dalla progressiva crescita dell’inflazione di fondo, a riprova di un processo di rientro che sarà presumibilmente non privo di ostacoli e non immediato”. “Situazione che – ha concluso Bella – potrebbe determinare, anche nel primo trimestre del 2023, un rallentamento della domanda per consumi da parte delle famiglie e dell’economia con le inevitabili ripercussioni sul mercato del lavoro e sull’area del disagio sociale”.