Continua l’impegno di Confcommercio a fianco delle imprese per promuovere la cultura della legalità. Anche quest’anno la Giornata nazionale di Confcommercio “Legalità, ci piace!”, giunta alla decima edizione, è stato un momento importante di riflessione e analisi sui fenomeni criminali che colpiscono il mondo imprenditoriale e sul sostegno fornito da istituzioni e associazioni. Sono intervenuti il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli e il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Il Comandante Regionale della Guardia di Finanza dell’Emilia Romagna, Ivano Maccani, ha illustrato le iniziative a tutela del made in Italy e della legalità economica.
Durante l’incontro è stata presentata anche un’intervista in esclusiva a un imprenditore vittima di usura.
Il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella, ha presentato un’indagine su usura e fenomeni illegali e sulla percezione e i costi per le imprese del terziario di mercato.
L’usura è il fenomeno illegale percepito in maggior aumento dagli imprenditori (per il 25,9%) seguito da abusivismo (21,3%), estorsioni (20,1%) e furti (19,8%). Il trend è più marcato al Sud e nel commercio al dettaglio non alimentare dove si registrano percentuali più elevate e dove, in particolare, l’usura è indicata in aumento da oltre il 30% delle imprese. A Roma questo fenomeno è segnalato in crescita dal 28,5% degli imprenditori. Più di un imprenditore su cinque ha avuto notizia di episodi di usura o estorsione nella propria zona di attività e, in particolare, il 10,3% ne ha conoscenza diretta. Il ”sentito dire” è decisamente più elevato al Sud (31,1%), a Palermo (31,9%), tra le imprese dei trasporti (29%) e del commercio al dettaglio non alimentare (26,4%), per i bar (26%). Il 16,5% degli imprenditori teme fortemente il rischio di esposizione a usura e racket. Una preoccupazione che è più accentuata al Sud (18,1%), a Palermo (19,8%), nel commercio all’ingrosso (18,4%) e al dettaglio non alimentare (18,3%). Di fronte all’usura e al racket il 59,4% degli imprenditori ritiene che si dovrebbe denunciare, il 30,1% dichiara che non saprebbe cosa fare, il 5,3% pensa di non poter far nulla. Questi dati sono significativamente più marcati al Sud.