Nessun cambiamento di rilievo sul fronte del disagio sociale nello scorso mese di febbraio. L’indice MIC (Misery Index Confcommercio) elaborato dall’Ufficio Studi confederale resta infatti fermo a quota 17,9: si tratta di un valore comunque elevato che riflette la sostanziale stabilità sia del tasso di variazione dei prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza di acquisto, sia della disoccupazione estesa. Non a caso, a febbraio il mercato del lavoro ha mostrato variazioni molto contenute rispetto al mese precedente e ciò ha comportato una minima riduzione del tasso di disoccupazione esteso (dal 9% di gennaio all’8,9%).
Dinamica opposta, ma con movimento analogamente frazionale, per i prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto, saliti del 9% rispetto all’8,9% di gennaio.
Le prime stime relative a marzo segnalano comunque un deciso rallentamento (+7,7% su base annua): “L’inizio di una fase meno critica sul versante dell’inflazione – evidenza l’Ufficio Studi – è un importante presupposto per il miglioramento dell’attività economica nella seconda parte del 2023, con possibili riflessi positivi sul mercato del lavoro e sull’area del disagio sociale”. Ciò non toglie che la possibilità di un forte ridimensionamento dell’area del disagio sociale in tempi brevi è giudicata molto incerta.