Così come a marzo, ad aprile sono risultati in aumento sia l’indice del clima di fiducia dei consumatori (da 105,1 a 105,5) sia quello del clima di fiducia delle imprese ( da 110,1 a 110,5). Così le stime preliminari Istat, che per i consumatori indicano un aumento del clima economico e di quello corrente che passano, rispettivamente, da 117,4 a 119 e da 99,5 a 100,2, mentre il clima personale rimane sostanzialmente stabile (da 101,0 a 100,9) e quello futuro diminuisce da 113,5 a 113,3.
Quanto alle imprese, il clima di fiducia migliora nei servizi di mercato (da 103,9 a 105,5), grazie al contributo positivo dei servizi turistici e dei servizi alle imprese, e nelle costruzioni (da 159,1 a 164,2). Con il segno meno la manifattura (indice da 104,1 a 103) e nel commercio al dettaglio (da 115,7 a 113), un calo dovuto quasi esclusivamente al risultato negativo della distribuzione tradizionale.
“I dati sulla crescita della fiducia in aprile non suscitano grandi entusiasmi poiché restituiscono la fotografia di un Paese che, seppure in salute, mostra incertezze e dubbi sulla concreta possibilità di una solida crescita a breve termine. Cresce la fiducia del settore turistico, ma crolla quella delle imprese tradizionali del commercio, mentre migliora il sentiment nei servizi alle imprese e langue nel manifatturiero. Le famiglie confermano la tendenza al miglioramento in ragione di una confortante tenuta del mercato del lavoro e della riduzione della crescita dei prezzi al consumo. Sarà proprio la velocità di compressione dell’inflazione a indirizzare il sistema economico, nei prossimi mesi, verso una nuova fase di ripresa o, al contrario, spingerlo dentro una pericolosa stagnazione”: questo il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio.