MILANO – In occasione della Giornata mondiale del rifugiato, indetta dalle Nazioni Unite e celebrata per la prima volta nel 2011, nel cinquantesimo anniversario dell’approvazione della Convenzione relativa allo status dei rifugiati, il Comune di Milano, nell’ambito dei progetti del Sistema di accoglienza e integrazione di secondo livello (SAI) organizza tre eventi territoriali gratuiti e aperti a tutti, per creare un’occasione di incontro, far conoscere l’esperienza dell’accoglienza diffusa e condividere un momento di festa.
Oggi, alle 15, il Centro di accoglienza di via Gorlini 1 aprirà le porte al quartiere, dopo la ristrutturazione che ha dato nuovo colore all’intero edificio. L’incontro sarà occasione per vivere e valorizzare il giardino comune attraverso un laboratorio per la progettazione partecipata di un nuovo arredo e animazione e giochi per bambini.
Giovedì 22 giugno, alle 19, presso l’Auditorium Son, in via privata Trasimeno 53, si approfondirà la conoscenza della cultura afghana, attraverso musiche, balli, immagini e piatti tipici di questo paese. Aperta agli ospiti anche una mostra fotografica del fotogiornalista Ugo Panella.
Domenica 25 giugno, alle 19.30, presso il Teatro Delfino di piazza Carnelli, si svolgerà l’evento conclusivo di “From Syria: is this a child?”, con una rappresentazione teatrale molto coinvolgente ed emozionante di due diversi conflitti: quello che vive una quattordicenne italiana i cui genitori si separano e quello che vive un giovane siriano scappato dal suo paese. A seguire ci sarà un dialogo con gli attori e alcune testimonianze. La prenotazione su Eventbrite è obbligatoria.
Ulteriori dettagli sul programma degli appuntamenti sono disponibili sul sito del Comune di Milano.
“Milano – spiega l’assessore al Welfare e Salute, Lamberto Bertolé – negli anni si è dimostrata una città capace di accogliere e di integrare, con grande spirito di solidarietà. Il Comune garantisce ospitalità nelle strutture di accoglienza a circa 1600 migranti, tra adulti e minori, di cui oltre 800 nelle esperienze di accoglienza diffusa del sistema SAI. Supportare il percorso di inserimento di chi arriva nel nostro Paese significa per noi aiutare chi è in difficoltà e anche costruire comunità più aperte, ricche e dinamiche favorendo armonia e integrazione. In questo processo i comuni non possono essere lasciati soli: il governo deve fare la sua parte garantendo percorsi legali di accesso e favorendo l’emersione attraverso una radicale riforma normativa sui temi dell’immigrazione”.