TARANTO – Vantavano spirito filantropico e altruismo disinteressato ma in realtà falsificavano domande di regolarizzazione per l’emersione dal lavoro nero di stranieri irregolari sul territorio nazionale, dietro il compenso di denaro. I poliziotti della questura di Taranto hanno arrestato due persone responsabili, in concorso, di peculato, favoreggiamento aggravato dalla permanenza illegale di cittadini stranieri irregolari, falso in atto pubblico, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e tentata truffa in concorso per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
L’indagine, coordinata dalla Procura Taranto, è scaturita da alcuni controlli in merito a di regolarizzazione che riportavano l’errata indicazione della nazionalità dei lavoratori. Questo “sbaglio” ha insospettito i poliziotti dell’Ufficio immigrazione della Questura e da una più approfondita verifica è emerso che i datori di lavoro che garantivano per i richiedenti, in realtà risultavano molto anziani o con deficit psicofisico di diversa natura.
Più precisamente tutti i datori di lavoro, che avevano presentato istanze di emersione dal lavoro nero per l’anno 2020, risultavano essere persone sottoposte all’istituto dell’amministrazione di sostegno in carico ad uno dei due indagati, nominato dal giudice tutelare del tribunale civile di Taranto. Il secondo indagato, invece, era il legale rappresentante di un’agenzia di badanti e lo stesso avrebbe ricevuto indebitamente ed in più tranches sul suo conto corrente personale, denaro dai suoi amministrati.
Inoltre, risultano, indagati altri 14 cittadini stranieri che venivano indicati nelle pratiche di emersione del lavoro irregolare come finti badanti al fine di conseguire il permesso di soggiorno e/o erogazioni da parte dello Stato.