VALMALENCO – Quando si chiama il 112 per chiedere soccorso, parte l’attivazione di tante persone, tra cui molti volontari, per diverse ore, con impiego e movimento di mezzi. Tra il pomeriggio e la serata di martedì, in Valmalenco, le squadre del Cnsas – Soccorso alpino e speleologico e del Sagf – Soccorso alpino Guardia di finanza sono state impegnate per diverse ore, in seguito alla richiesta di aiuto da parte di due escursionisti. Uno di loro aveva dolore a un piede e difficoltà a proseguire. Si trovavano nella zona tra il rifugio Bignami e il rifugio Carate Brianza.
L’attivazione è arrivata intorno alle 15. In base alle coordinate fornite, i soccorritori – una decina quelli impegnati nelle operazioni – sono partiti. L’elicottero messo a disposizione dalla GdF, arrivato da Varese, ha portato in quota alcune squadre e ha effettuato un sorvolo. Nel frattempo altre squadre territoriali hanno perlustrato a piedi i sentieri. Dopo il primo contatto, però, non è più stato possibile comunicare con gli escursionisti. L’elicottero ha continuato il sorvolo, mentre le squadre proseguivano sui sentieri; dal momento che non c’erano riscontri in prossimità della zona indicata dalle coordinate, le ricerche si sono estese su un’ampia area circostante. I due escursionisti intanto si erano spostati e stavano scendendo: in prossimità del rifugio, una squadra li ha individuati e allora i due hanno comunicato che non avevano più bisogno di aiuto. L’intervento si è concluso alle intorno alle 21.30.
Una decina di giorni fa, in Val di Mello, i soccorritori erano rimasti impegnati parecchie ore per un escursionista che aveva fatto scattare l’allarme; conseguentemente erano partite anche le ricerche. Toltosi d’impaccio per conto suo, non si era preoccupato di avvisare e quindi le ricerche si erano protratte inutilmente per più giorni.
“Di certo, le difficoltà di comunicazione – commentano dal Soccorso Alpino -, dovute per esempio a una copertura telefonica assente o intermittente, complicano tutto. Se però ci si rende conto di non avere più bisogno di essere soccorsi, occorre avvisare prima possibile. I nostri soccorritori sono volontari e quando vengono attivati partono subito, lasciando temporaneamente tutte le proprie attività quotidiane: una valutazione scrupolosa, fatta con attenzione, prima di allertare i soccorsi, eviterebbe di distogliere persone e mezzi dal loro obiettivo principale, che è quello di salvare chi ne ha davvero necessità”.
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