Quasi tutti in Italia, ma oltre un terzo a casa: accanto ai 35 milioni di italiani che partiranno quest’estate c’è un 41% che non farà le vacanze o le rimanderà ad altri periodi dell’anno, per ragioni soprattutto economiche. Anche tra coloro che andranno in vacanza si fa attenzione alle spese, a partire dalle prenotazioni dei viaggi con largo anticipo per risparmiare.
La destinazione preferita è l’Italia, dove rimarrà il 90% dei viaggiatori, seguita da Grecia, Spagna e Croazia, in crescita rispetto alla tendenza degli scorsi anni: a rilevarlo è un’indagine di Federalberghi e ACS Marketing Solutions sull’estate 2023.
Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, ha sottolineato come i dati non vadano letti con troppo ottimismo: “Innanzitutto agosto è sempre stato il mese delle grandi partenze, e in questo senso nulla di nuovo sotto il sole – commenta – Ciò che colpisce è il 41% di italiani che non farà vacanza, principalmente per motivi economici. Ma anche tra coloro che partiranno, un buon 45% cercherà di contenere le spese. Questo è il segnale chiaro di un disagio: chi riuscirà a partire sembra essere rassegnato a dover fare comunque economia, magari accorciando la vacanza o cercando di spendere meno sulle altri voci quali alloggio, cibo e divertimento”.
Gli italiani che non faranno vacanze tra giugno e settembre rimarranno a casa principalmente per motivi economici (48.2%), familiari (22.5%), di salute (16.1%) o perché andranno in vacanza in un altro periodo (9.6%). Il caro vita impatta non solo sulla scelta di fare o meno le vacanze estive, ma anche sulla loro programmazione: il 15% dei viaggiatori ha prenotato il viaggio con due mesi d’anticipo in modo da risparmiare di più, in controtendenza anche rispetto agli anni scorsi, nei quali l’andamento imprevedibile della pandemia aveva disincentivato le pianificazioni.
Tra i vacanzieri, la maggioranza allungherà la durata del proprio soggiorno, mentre il 17.9% potrà permettersi un weekend o poco di più. Alberghi e case di amici e parenti rimangono le scelte privilegiate per i pernottamenti, seguiti dai b&b, dalle case di proprietà e infine dagli agriturismi.
Il mare si conferma nettamente la meta preferita (82%), anche tra chi si recherà all’estero. Sicilia, Puglia, Campania e Sardegna saranno le regioni italiane con più visitatori, ma anche le altre potranno contare su un notevole afflusso turistico: “Paradossalmente – osserva Bocca – nell’era del post covid, quello di scegliere l’Italia è percepito come un valore aggiunto che va mantenuto e coltivato, soprattutto nella prospettiva di guardare al turismo come un unicum e non soltanto come ad un fenomeno legato al tema dell’alta stagione”.
La spesa media pro capite stimata per il periodo estivo si attesta sui 972 euro a persona, per un giro d’affari complessivo di 33,8 miliardi. Chi rimarrà in Italia spenderà in media 884 euro, cifra che sale a 1.394 euro per chi ha scelto l’estero. La spesa è distribuita su tutte le componenti della filiera turistica: pasti (29.1%), pernottamenti (28.2%), spese di viaggio (21%), shopping (9.2%) e altre spese come escursioni, gite e divertimenti (12.5%).
Il 77% degli italiani andrà in vacanza ad agosto, che si conferma il mese leader. Solo poco più dell’1% aveva scelto giugno e un 17.6% luglio, mentre un 4% andrà in vacanza a settembre. Tenendo presente questo dato, le presenze italiane e straniere nelle strutture turistico-ricettive italiane hanno subito nei primi sei mesi del 2023 un calo del 5.7% dei pernottamenti rispetto allo stesso periodo nel 2019, secondo l’Istat: incrociando il dato con l’analisi di Federalberghi per il mese di giugno, si può stimare un calo complessivo del 2.9% circa nel primo semestre del 2023.