Per fare leva sul patriottismo nei consumi il tricolore sventola sul 16% delle confezioni alimentari in vendita ma in più di 1 prodotto su 4 (28%) sugli scaffali c’è comunque un evidente richiamo all’italianità. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati dell’Osservatorio lmmagino Gs1 Italy secondo il quale nel paniere esaminato il giro d’affari dei prodotti che si presentato come italiani cresce arrivando a quota 10,3 miliardi di euro nel 2022.
Un mercato che ora – sottolinea la Coldiretti – è ora più protetto grazie alla pubblicazione delle Legge 24 luglio 2023, n. 102 su modifiche al codice della proprieta’ industriale che sancisce il divieto di registrazione di marchi evocativi dei segni evocativi, usurpativi o imitativi di indicazioni geografiche e di denominazioni di origine protette in base alla normativa statale o dell’Unione europea.
Il mercato dei prodotti patriottici – continua la Coldiretti – è cresciuto nell’ultimo anno del 6,1% e comprende oltre alle certificazioni di origine Doc/Docg e Dop/Igp, i prodotti con bandiera italiana, con le scritte prodotto in Italia o 100% italiano grazie all’impegno della Coldiretti in Italia ed in Europa che ha portato all’obbligo di indicare l’origine in etichetta per un numero crescente di prodotti, dalla pasta al riso, dal latte ai formaggi, dalla carne ai salumi fino alla passata di pomodoro.
Per queste ragioni – sottolinea la Coldiretti – risulta così importante nel provvedimento l’attribuzione al Ministero dell’Agricoltura della Sovranità Alimentare e delle Foreste della competenza di valutazione del carattere usurpativo, imitativo o evocativo di marchi che contengano riferimenti geografici. Si tratta – precisa la Coldiretti – di una sorta di esame preliminare di ammissibilità della domanda di registrazione dei segni distintivi del made in Italy. E ugualmente rilevante – precisa la Coldiretti – è il potere di opposizione riconosciuto all’Amministrazione nei confronti della registrazione di marchi ingannevoli di alimenti e vini facendo valere la tutela nei confronti dell’ufficio brevetti e marchi quando le denominazioni di origine o le indicazioni geografiche non siano tutelate dal consorzio di riferimento.
“Il primato italiano nella qualità e nella sicurezza alimentare conquistato grazie all’impegno degli agricoltori e ad una attività di controllo senza uguali nel mondo va difeso di quanti cercano di sfruttare impropriamente il valore aggiunto creato con l’inganno” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “l’agricoltura italiana è la piu’ green d’Europa con 321 specialità ad indicazione geografica riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, 5450 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con oltre 80mila operatori biologici e la più grande rete mondiale di mercati di agricoltori e fattorie con Campagna Amica