MONZA – Una sbirciatina alla nuova piattaforma SIISL per iniziare a familiarizzare con nuove sigle e procedure, qualche prima telefonata con tante domande sulle cose da fare per non perdere il sussidio. Al giorno del debutto del Servizio Formazione e Lavoro – il provvedimento che prende il posto del Reddito di Cittadinanza – non si registrano file alle porte dei 1000 centri di formazione accreditati della Lombardia e di tutta la filiera dei servizi al lavoro della Regione. Venerdì è filato tutto liscio.
“Il sistema tutto è pronto per accogliere e assistere i primi 2000 lombardi a cui è già stato revocato definitivamente l’RdC e che dovranno frequentare corsi per continuare, in forma ridotta, a incassarlo. Ci sono migliaia di opportunità per imparare qualunque mestiere”, segnala Diego Montrone, presidente dell’Associazione degli Enti di Formazione della Lombardia. “Le nostre porte – aggiunge – sono già aperte a tutti gli interessati ma non ci attendiamo da subito una corsa alle iscrizioni tra gli ex del percettori del RdC considerati occupabili”.
La sensazione è che per ora i banchi rimarranno vuoti ancora per qualche settimana: “Servirà qualche settimana prima che gli ex RdC prendano definitivamente atto della situazione e che tutti, compresi gli addetti ai lavori, conoscano le nuove procedure del portale SIISL del Ministero del Lavoro – commenta il direttore del Centro di Formazione di Unione Artigiani Fabrizio Leonardi – siamo certamente alla vigilia di una grande rivoluzione, anche culturale, ma sarà una grande sfida. Questi soggetti sono considerati anagraficamente e fisicamente occupabili ma spesso solo sulla carta. Dovremo conoscere le singole storie personali, il loro percorso scolastico, le loro attitudini. Ad oggi non sappiamo se riusciranno a frequentare i corsi, se saranno in grado di raggiungere le scuole perché privi di mezzi anche economici, se avranno le capacità di acquisire le competenze necessarie o si siederanno in aula con motivazione e non solo per intascare l’assegno di 350 euro al mese per i 12 mesi previsto dal Servizio Formazione e Lavoro al posto del RdC”.
Tra questi ci potranno essere i nuovi futuri artigiani o i tecnici tanto attesi dal mondo delle imprese? “Formare un artigiano è un processo che richiede anni e tanta esperienza on the job. Queste persone hanno un bisogno immediato di reddito e di autonomia e speriamo che con un minimo di competenze, attraverso una formazione personalizzata e molto operativa possano essere assunte dalla tante imprese affamate di manodopera, aziende disposte ad prendersi in carico anche figure senza esperienza, purché motivate, con stipendi di ingresso – aggiunge il Segretario di Unione Artigiani Marco Accornero – Per gli altri, specie per gli over 50 o per i soggetti più fragili occorrerà pensare a progetti differenti e imparare a sfruttare al meglio gli incentivi per favorire le loro assunzioni”.
La vera svolta – secondo Unione Artigiani – sarà rappresentata dal progetto di riforma della Formazione Professionale preannunciato dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e che sarà presto portato in Consiglio dei Ministri. Il piano prevede la creazione di una filiera dell’istruzione professionale composta dai 4 anni di frequenza di un Centro di Formazione Professionale più i due di un ITS post-diploma ad elevata specializzazione.
“I giovani – commenta Accornero – avranno di fronte un piano formativo di grande interesse che li introdurrà più rapidamente a 20/21 anni nel mondo del lavoro con competenze assai apprezzate dalle imprese. Occorre però accompagnare questa riforma con una grande campagna di comunicazione, valorizzazione e promozione degli istituti e dei mestieri tecnici e artigiani destinata ai giovani e alle loro famiglie, altrimenti rischiamo di non conquistare le nuove generazioni e butteremo al vento questa opportunità.