L’industria del turismo dell’UE sta vivendo una forte ripresa dall’impatto della pandemia di COVID-19. Nella prima metà del 2023, il numero di notti trascorse negli alloggi turistici ha raggiunto il livello più alto degli ultimi dieci anni, segnalando una notevole ripresa delle prestazioni del settore in molti paesi.
Nella prima metà di quest’anno i pernottamenti nelle strutture ricettive turistiche sono stati 1.193 milioni , segnando un aumento di quasi 11 milioni rispetto allo stesso periodo del 2019 (1.182 milioni, +0,9%). Inoltre si sono verificati 136 milioni di pernottamenti in più rispetto alla prima metà del 2022 (1.057 milioni, +12,9%). Rispetto al 2021 (406,8 milioni) quest’anno si sono registrati 786 milioni di pernottamenti in più e rispetto al 2020 (474,7 milioni) sono stati registrati 718 milioni di pernottamenti in più.
Tutti i mesi hanno superato le cifre dell’anno precedente, con l’aumento maggiore registrato in gennaio (45%) e febbraio (27%).
Guardando i dati nazionali, tutti gli Stati membri hanno registrato un aumento dei pernottamenti rispetto al 2022, con l’unica eccezione dell’Ungheria, che ha registrato un leggero calo del -0,3%. Cipro (39,3%), Malta (30,5%) e Slovacchia (28,7%) si distinguono per gli aumenti più consistenti dei pernottamenti. Tuttavia, circa la metà dei paesi deve ancora raggiungere i valori registrati nella prima metà del 2019. In particolare, Lettonia (-23,8%), Slovacchia (-16,0%), Ungheria (-12,2%) e Lituania (-11,7% ) devono ancora avvicinarsi ai dati del 2019.
Un forte impulso ai numeri di quest’anno è arrivato dalla ripresa del turismo internazionale. Rispetto al 2022, il numero di pernottamenti dei turisti stranieri è aumentato del 22,5%, mentre il turismo nazionale ha registrato un aumento del 5,8%.
Complessivamente nella prima metà del 2023 i turisti stranieri hanno rappresentato 545 milioni di pernottamenti, ovvero il 46% di tutti i pernottamenti. Negli ultimi anni, la percentuale di turisti stranieri è stata colpita in modo significativo dalla pandemia. Partendo dal 47% nella prima metà del 2019, è sceso al 36% nella prima metà del 2020, per poi scendere ulteriormente al 21% nel 2021, prima di dimostrare un forte rimbalzo nel 2022, salendo al 42%.