MONZA – L’Ufficio Vertenze e Legale (UVL) di Monza della Cgil parte con il nuovo servizio di “Dimissioni senza appuntamento”, ogni venerdì mattina, un modo per andare incontro alle esigenze dei lavoratori che hanno l’urgenza di doversi dimettere in tempi brevi, in molti casi per cambiare posto di lavoro nel tentativo di migliorare la propria condizione. “Una volta in Camera del lavoro, in accoglienza avranno accesso fino a 15 lavoratori”, spiega Irene Zappalà, responsabile dell’ufficio con sede in via Premuda, 17.
“Sempre più persone hanno la necessità di doversi dimettere in tempi brevi – spiega Zappalà – pertanto abbiamo immaginato una finestra a disposizione di tutti coloro che non riescono a prendere un appuntamento in tempi utili alla loro esigenza. Quindi ogni venerdì mattina sarà possibile accedere senza appuntamento al nostro ufficio per le dimissioni”.
Come indicato sul sito (cgilbrianza.it) per dimettersi è necessario recarsi all’UVL con copia della carta d’identità e del codice fiscale, copia di una busta paga recente e una copia del contratto, un indirizzo email personale e il codice fiscale e la Pec dell’azienda. Quello delle dimissioni è un servizio che la Cgil di Monza e Brianza fornisce gratuitamente ai propri iscritti.
“Nel 2022 abbiamo trasmesso poco meno di un migliaio di dimissioni distribuite su tutta la Brianza. In genere sono motivate da un cambio di azienda per migliorare la propria condizione lavorativa, anche per questo motivo con la novità delle ‘Dimissioni senza appuntamento’ vogliamo andare incontro ai lavoratori che hanno bisogno di tempi rapidi per cogliere l’opportunità di un’altra offerta di lavoro”, spiega la responsabile dell’Ufficio Vertenze e Legale della Cgil di Monza e Brianza, che aggiunge: “Le dimissioni sono un fenomeno in aumento: tante persone, per esempio, hanno un contratto a tempo determinato e sono quindi disposte a cambiare se incrociano la possibilità di trovare una prospettiva più stabile. Insomma, le non straordinarie condizioni di lavoro, anche sul nostro territorio, contribuiscono a una certa fluidità”. Un fenomeno che viene testimoniato anche dai dati. L’ambito in cui si registrano più dimissioni è quello dei servizi, nel commercio e nei pubblici esercizi.
“Ci terrei a fare un forte invito alle lavoratrici e ai lavoratori – dichiara Zappalà –: rivolgetevi a persone che sono professioniste della materia perché, anche quella che può apparire una procedura banale da fare da soli come le dimissioni, in realtà, è piena di insidie. E siccome le dimissioni una volta inviate, dopo sette giorni, non sono più revocabili, stiamo parlando di una pratica che merita attenzione”.
“A volte sono proprio i datori di lavoro che suggeriscono al lavoratore di dimettersi: in questi casi, spesso non siamo di fronte a una scelta libera del lavoratore, ma a un utilizzo improprio dello strumento. Motivo per il quale, quando i lavoratori vengono in Cgil illustriamo loro la normativa e li supportiamo per agire nel migliore dei modi”, aggiunge.
“In questo periodo abbiamo molte vertenze aperte sulle violazioni contrattuali, sui licenziamenti, per gli errati inquadramenti e per l’accertamento del lavoro subordinato, casi come i falsi contratti di collaborazione o il lavoro in nero dove, per tutelare il lavoratore, è necessario dimostrare che esiste o è esistito un rapporto di dipendenza a tutti gli effetti. Poi abbiamo tutta l’attività di recupero crediti per il mancato pagamento degli stipendi o del trattamento di fine rapporto”, precisa Zappalà.
“Le novità normative – aggiunge – hanno inciso molto negativamente sul lavoro dei brianzoli. Il decreto lavoro del Governo Meloni varato l’1 maggio ha liberalizzato ulteriormente l’uso dei contratti di lavoro a tempo determinato, così come il nuovo codice degli appalti rischia di determinare un uso improprio dei subappalti, che generalmente determinano una riduzione dei salari e la proliferazione di contratti pirata”.
“Un’altra frontiera – aggiunge Zappalà, a capo di un ufficio quasi tutto al femminile – è quella del gender pay gap. Il nostro Paese ha un problema evidente con l’equità salariale, ma l’Unione europea sta introducendo novità legislative che potranno diventare strumenti utili a contrastare le disparità che oggi ci sono legate al genere”.
“Un capitolo molto importante è quello della somministrazione illecita di manodopera, la cosiddetta interposizione fittizia. Anche nel nostro territorio, infatti, ci sono sempre più realtà, cooperative o srl, che assumono persone e le mandano in produzione in altre aziende senza averne titolo. Una pratica illegale, perseguibile anche penalmente – spiega Zappalà – che contrastiamo con vertenze nei confronti del datore di lavoro, ma anche del soggetto utilizzatore”.
Seregno, vicenda Aeb: Mariani chiede le dimissioni del sindaco
Marzo 14, 2024