MONZA – Nella prima mattinata di venerdì 1 dicembre la Squadra Mobile della Questura di Monza ha eseguito una misura cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Monza, su richiesta della Procura della Repubblica di Monza, nei confronti di un uomo italiano residente nella provincia. La misura restrittiva trae origine dalle indagini svolte dalla Squadra Mobile, coordinata della Procura della Repubblica di Monza, in relazione alla denuncia sporta nei confronti dell’ex marito, da una donna italiana, vittima, unitamente alla figlia minorenne, di atti persecutori.
La donna, da anni separata dall’uomo, è stata vittima dello stesso in quanto, non rassegnandosi alla fine della loro relazione sentimentale, dava immediatamente inizio ad atti persecutori e minacce. Per tali atti aveva già subito due condanne e un periodo di carcerazione, terminata nel gennaio 2022. Nonostante questi provvedimenti, una volta scarcerato, l’uomo ha ripreso a contattare in maniera ossessiva l’ex moglie e a rivolgerle minacce sia direttamente che tramite la figlia minorenne, alla quale inviava in aggiunta numerosi messaggi vocali contenenti minacce di morte nei confronti della madre. Mosso dalla volontà di impedire all’ex moglie di rifarsi una vita, i suoi comportamenti minacciosi e pericolosi, recandosi sotto la loro abitazione con atteggiamenti intimidatori, hanno fatto sì che le due donne vivessero in un forte stato d’ansia tanto da dover modificare le loro abitudini di vita per cercare di sentirsi più al sicuro. In particolare, l’ex moglie viveva con la costante convinzione di venire uccisa.
Stanche della situazione venutasi a creare, nei primi giorni di novembre 2023, a seguito dell’ennesimo episodio in cui si era recato sotto la casa delle vittime inviando audio con minacce di morte e cercando di entrare in casa forzatamente, hanno richiesto l’intervento della polizia. Le celeri indagini svolte dalla Squadra Mobile hanno fornito alla Procura della Repubblica cittadina un quadro completo della situazione che le due donne erano costrette a vivere: timore di uscire da sole, limitazione delle uscite solo per esigenze indispensabili, cercare soluzioni nuove ogni sera per parcheggiare l’auto per evitarne l’individuazione, uscire in compagnia fisica o telefonica di parenti o amici, continuo controllo di chi si trovasse intorno a loro. La stessa Procura della Repubblica, valutato il risultato delle indagini, ha richiesto ed ottenuto dal giudice delle indagini preliminari l’ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere nei confronti dell’uomo.