MILANO – Ambulatori semivuoti, sale operatorie rinviate, servizi e laboratori a ranghi ridotti. Sono questi i risultati dello sciopero dei medici e dei dirigenti sanitari proclamato da ANAAO-ASSOMED e CIMO-FESMED, che vede adesioni superiori all’85% tra coloro che potevano esercitare il diritto di sciopero. Nonostante i numerosi medici precettati per garantire i servizi minimi e le urgenze, sono stati infatti molti i presenti alle manifestazioni nelle varie regioni e città italiane.
“Questo non è uno sciopero di categoria ma uno sciopero per difendere il Servizio Sanitario Nazionale in piena crisi vocazionale e finanziaria – ha commentato Stefano Magnone, Segretario Regionale Anaao-Assomed Lombardia -. Ringraziamo i colleghi per la prova di dignità e di tenacia, di attaccamento professionale e di vicinanza al sistema che garantisce un diritto costituzionalmente tutelato e sempre più a rischio: quello alla salute. Siamo dipendenti pubblici, paghiamo le tasse, riscattiamo i lunghissimi anni di studio (anche dodici) e ci vediamo trattati come dei ladri o dei fannulloni da chi decide di cambiare le regole del gioco, a distanza di anni dai patti stipulati. Lo sciopero è l’unica risposta alla deriva sempre più privatistica del sistema. Ringraziamo i nostri pazienti per la solidarietà dimostrata in queste ore”.