DESIO – Coltelli in mano per dire no all’autostrada Pedemontana. Per una volta insieme alle forchette, visto che al quagliodromo di San Carlo la protesta si è svolta pacificamente a tavola. I comitati, però, sono tutt’altro che rassegnati. Anzi, all’indomani dell’annuncio ufficiale di inizio lavori, avvenuto a Meda in villa Antona Traversi alla presenza del ministro Matteo Salvini, gli sforzi per contrastare la realizzazione dell’autostrada sono più che raddoppiati.
“Non abbiamo mai voluto prendere in giro nessuno – ha spiegato Luigi De Vincentis, del comitato di Lissone “Per la difesa del territorio” -, sappiamo benissimo che si tratta di una battaglia difficilissima. Nessuno di noi pensa di avere la soluzione in mano per impedire la devastazione della Brianza. Però una cosa è certa: non lasceremo nulla di intentato. A partire da qual punto di debolezza che è rappresentato dai finanziamenti della Bei, e che a tutt’oggi non sono garantiti per la realizzazione integrale dell’opera malgrado quello che ci dicono i nostri politici”.
Tante persone presenti ieri al quagliodromo di Desio nella convinzione che sia necessario battersi prima che diventi troppo tardi. Una quarantina, di fatto, quelle che si sono sedute a tavola per discutere di Pedemontana e di strategie contro l’autostrada in un clima conviviale. Erano però una settantina quelle presenti prima del pranzo al centro di San Carlo per dare appoggio alla battaglia, avere maggiori informazioni, cercare di capire com’è possibile opporsi alla determinazione delle istituzioni per far sì che il territorio non venga toccato.
“Perché – ci chiedeva Grazia Benetti, una dei presenti – se è così conveniente questa autostrada non si trova un privato disposto a farsene carico e ad assumersi il rischio di impresa? Viene da pensare che la volontà politica prevalga sui conti e sugli interessi dei cittadini. Tra l’altro come pensano che possa diventare utile per tutti, visto il pedaggiamento che costringerà a percorrere le strade interne dei Comuni per evitare ogni giorno il pagamento esagerato? E con il consumo di suolo come la mettiamo? Siamo già nel territorio più colpito dalla cementificazione, aggiungono altra devastazione?”.
“Non c’è nemmeno una analisi ufficiale dei costi e dei benefici – aggiunge Giacomo Mosca, anche lui del comitato di Lissone -, che comprenda anche l’aspetto ambientale e sociale. Da quanto mi sto interessando al tema Pedemontana ho provato per curiosità a interpellare un po’ di imprenditori: non ne ho trovato uno favorevole. Tutti dicono che non sono quei 10 minuti in meno di viaggio al giorno che cambiano la vita”.
Tra i presenti anche Luca Onorato, una volta meteorologo, ora studia i cambiamenti climatici per conto di Arpa Liguria. “Conosco bene questo territorio – ha raccontato -, perché ho vissuto qui a lungo. La pianura padana è un gioiello da curare, non un territorio da rovinare. Comprendo la vostra battaglia, vi invito a non perdere mai il contatto con i cittadini se volete essere efficaci”.
Su questo, però, non ci sono dubbi. L’incontro di ieri è servito ai comitati proprio per trovare un momento di confronto comune. A breve sono previste altre iniziative nei territori delle tratte B2 e C per sensibilizzare la collettività e per cercare di alzare un muro contro Pedemontana. Venerdì a Meda è stato ribadito che l’opera verrà realizzata in mille giorni. I comitati ne hanno a disposizione molti di meno, non più di una sessantina, se vogliono davvero tentare di bloccare l’opera in ogni modo.
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