SEREGNO – “Un gesto che non sposterà di un millimetro tutto quello che avviene negli scenari di guerra, ma è un segno che ci diciamo fra noi, per le nostre vite, nella quotidianità, per dire che la pace è qualcosa per cui bisogna impegnarsi nella quotidianità, perché ogni giorno possiamo richiamare a essere attenti a costruire la pace”. Così il sindaco Alberto Rossi ha commentato il gesto compiuto insieme alla collettività nello scorso fine settimana: nel Parco della Pace, situato nel quartiere di Sant’Ambrogio alle spalle dell’asilo nido Aquilone, è stato messo a dimora un ulivo. In realtà l’iniziativa è stata arricchita da altri gesti: una breve camminata e alcune riflessioni su un tema così delicato e sempre di stretta attualità a causa dei numerosi conflitti in corso in diverse aree del mondo.
“Il tema della pace – afferma Rossi – per molti di noi probabilmente fino a poco tempo fa era legato a ricorrenze che avevano a che fare con i propri genitori o con i nonni, o al massimo di chi era più attento alle questioni legate agli scenari di politica estera. Da due anni non è più così. Di fronte a questo scenario di violenza a volte abbiamo la tentazione di essere assuefatti, di dire che non ci riguarda, con le immagini di distruzione degli effetti di una bomba che magari ci arrivano sul telefono fra una ricetta di cucina e un video di un comico. Dopo un po’ guardiamo una volta, guardiamo due e poi scorriamo oltre, non ci interessa, pensiamo di stare bene nel nostro cantuccio, in pace nel nostro angolino. Ma la pace non è questa cosa qui. La pace è qualcosa per cui ci s’impegna. Proprio di recente ho ricordato che un leader europeo aveva detto pochi anni fa che non avremmo potuto dare per scontati altri 75 anni di pace se non ci avessimo lavorato. E ci stiamo accorgendo che è così”.
Il sindaco esprime soddisfazione per la scelta del nome dato all’area verde. “E’ stato chiamato Parco della pace così come concordato e deciso a suo tempo con il comitato di quartiere. Un nome che ci richiama tutti, quotidianamente, ad avere una cultura di sguardo diverso sugli altri e uno sguardo di pace nelle nostre vite”. E come lo stesso Rossi ricorda, la cittadinanza da questo punto di vista ha dimostrato di non essere impreparata e immatura: sono 437 i profughi ucraini accolti a Seregno da quando è scoppiata la guerra, tanti i progetti promossi per loro, soprattutto donne e bambini. Ora, però, potrebbe non bastare: “Da due mesi – sottolinea – vediamo attraverso le immagini l’orrore e il dolore del conflitto israelo-palestinese. Siamo dentro a una fase completamente nuova”. Seregno, però, ancora una volta sarà pronta a fare eventualmente la sua parte.
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Novembre 12, 2024