Le rilevazioni di Confartigianato sull’impatto dell’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro sono state rilanciate dal programma di Rai1 ‘Porta a Porta’ nella puntata del 18 gennaio che ha approfondito i rischi e le opportunità della diffusione dell’IA. I dati dell’Ufficio studi di Confartigianato, che stimano conseguenze per 8,4 milioni di lavoratori del nostro Paese, sono gli unici dati di fonte italiana citati nel servizio di ‘Porta a Porta’.
Dall’analisi della Confederazione emerge che il 36,2% del totale degli occupati italiani (appunto 8,4 milioni) subirà l’impatto delle profonde trasformazioni tecnologiche e dei processi di automazione. Una percentuale, quella italiana, inferiore di 3,2 punti rispetto al 39,5% della media europea di lavoratori maggiormente esposti all’IA. Stanno peggio di noi Germania e Francia rispettivamente al 43% e al 41,4% di lavoratori in bilico e il Lussemburgo con addirittura il 59,4%, seguito da Belgio al 48,8% e Svezia al 48%.
Le professioni più esposte sono quelle maggiormente qualificate e a contenuto intellettuale e amministrativo, a cominciare dai tecnici dell’informazione e della comunicazione, dirigenti amministrativi e commerciali, specialisti delle scienze commerciali e dell’amministrazione, specialisti in scienze e ingegneria, dirigenti della pubblica amministrazione. Tra le attività lavorative a minor rischio vi sono quelle con una componente manuale non standardizzata.