Il 2023 si è chiuso con una sostanziale tenuta per il mercato del libro, da leggere però in chiaroscuro per il futuro. Le vendite dell’editoria trade in Italia sono state infatti pari a 1,697 miliardi di euro a prezzo di copertina, in crescita dello 0,8% rispetto all’anno precedente (+14,1% sul 2019). Le copie sono state invece 111,85 milioni, in flessione dello 0,7% sull’anno precedente (più 12,6% sul 2019). Questi i dati di un’analisi di mercato realizzata da Aie, l’Associazione italiana editori, in collaborazione con Nielsen BookScan e Informazioni Editoriali (IE), in occasione della giornata conclusiva del trentanovesimo Seminario di perfezionamento della Scuola per librai “Umberto e Elisabetta Mauri” di Venezia.
“La tenuta del mercato del libro – ha commentato Paolo Ambrosini, presidente dell’Associazione librerie italiane (ALI) – e la conferma della centralità delle librerie fisiche dalle quali passa il
54,7% degli acquisti, in crescita rispetto al 2023, rappresenterebbero un buon viatico per il 2024 per le aspettative degli imprenditori librari e i loro collaboratori”.
Queste buone notizie vengono però offuscate dalla mancanza di misure a sostegno della domanda all’interno dell’ultima finanziaria. Alla luce di questo futuro ancora molto incerto il presidente Ambrosini auspica che governo e Parlamento sappiano trovare le giuste soluzioni per ridare fiducia e serenità alle librerie e ai librai “tornando a investire in uno dei settori culturali centrali per lo sviluppo e la crescita dell’Italia”.