SEREGNO – Ha iniziato ad avvicinarsi alla birra da semplice appassionato e, oggi, è uno dei punti di riferimento per quanto riguarda la produzione artigianale. Marco Valeriani, titolare dell’Alder Beer Co., che ha trovato sede negli spazi della ex Pirelli alle spalle della stazione in via Milano, negli anni ha fatto incetta di riconoscimenti e medaglie anche a livello internazionale per le sue capacità di mastro birraiolo.
“Il mio avvicinamento alla birra? Fin da giovane – racconta Valeriani – o, comunque, dal raggiungimento dell’età minima necessaria per poter bere birra e alcolici. Mi aveva sempre attirato il mondo della birra, mi piaceva assaggiarne di diverso tipo, mi piaceva anche il collezionismo. Però i punti davvero di svolta nella mia vita sono stati essenzialmente due. Il primo è stato un viaggio a Monaco di Baviera: per me illuminante, con tutti quei locali, l’atmosfera di fascino, il culto della birra. Bellissimo”. Il secondo punto di svolta, invece, il percorso di formazione personale con gli studi universitari: è tecnologo alimentare. “Fin dai primi anni di università – racconta – un mio compagno mi aveva raccontato che produceva birra in casa. Anche questo mi aveva un po’ aperto gli occhi sulla possibilità di fare della birra. Da lì anche il desiderio di andare alla scoperta dei birrifici che si potevano frequentare in quegli anni, da quello di Lurago Marinone a quello di Lambrate”.
Lì si è aperto un nuovo mondo: quello che era sempre stato un interesse, soprattutto da consumatore, è diventato professione. “Completata l’università sono andato a lavorare ad Alba – racconta Valeriani – per il controllo delle qualità alla Ferrero. L’interesse per la birra, però, l’ho sempre conservato e anzi sviluppato. È così che sono finito alla Menaresta a Carate Brianza, dove abbiamo prodotto una birra che ha lanciato l’azienda a livello nazionale, poi il progetto ancora più ambizioso dell’Hammer Beer a Villa d’Adda (Bergamo), dove per la prima volta avevo il controllo totale della produzione. Ero il capo. E lì ho capito l’importanza della tecnologia e della qualità. Non a caso lì sono arrivate anche le prime medaglie”.
Quell’esperienza è durata 4 anni. Poi, confrontandosi con la famiglia e valutando quanto aveva fatto di buono nella sua carriera, ha provato a cercare una sua strada aprendo la sua attività. “E’ una realtà diversa da quelle in cui ho lavorato in precedenza – racconta Valeriani -. Questa è più piccola, ma punta moltissimo sulla tecnologia e sulla qualità. Niente coadiuvanti, ma sono ben fatte. Per scelta nostra non siamo nella grande distribuzione, non abbiamo neanche venditori. Chi viene qui, lo fa solo per bere birra: non abbiamo la cucina e abbiamo selezionato la clientela anche con gli orari. Sono un po’ nordici: il mercoledì e il giovedì chiudiamo alle 20, il venerdì e il sabato alle 21. Anche per la qualità della vita dei miei collaboratori, che devono avere la possibilità di godersi la serata con la famiglia”.
Otto spine all’Alder, le specialità sono le Ipa e le lager. Le medaglie vinte dicono molto, ma anche Valeriani può dire molto per la sua passione e competenza. Chi entra all’Alder, porta via due cose: lattine di birra e un arricchimento personale su questo settore.
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Novembre 9, 2024