CARATE BRIANZA – Un ponte può spesso avere una durata di vita molto più lunga di quella delle persone che lo hanno progettato e costruito. Un esempio è il viadotto monumentale di Realdino, posto sulla SP6 “Monza-Carate Brianza”, uno dei gioielli architettonici del nostro territorio. Questa struttura in cemento armato, lunga 140 metri e dotata di due arcate principali con funzione portante, ha il compito di sorreggere l’impalcato mediante 72 piedritti, assicurando continuità alla sovrastante strada provinciale oltre il fiume e la valle del Lambro. Il ponte, il più grande fra quelli gestiti dalla Provincia, fu inaugurato nel 1908 ma, oltre un secolo dopo, è tuttora aperto al traffico autoveicolare, mostrando così come la complessa struttura, adeguatamente mantenuta e verificata nel corso degli anni, sia ancora capace di sopportare i carichi indotti dal traffico.
Applicando le “Linee Guida per la classificazione e gestione del rischio, la valutazione della sicurezza ed il monitoraggio dei ponti esistenti” adottate dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici nel corso del 2022, la Provincia di Monza e della Brianza ha ulteriormente implementato l’operazione “Ponti sicuri”, già da tempo avviata. Fra le attività comprese nell’iniziativa, oltre a quelle ispettive e diagnostiche su vari ponti ubicati in tutto il territorio, troviamo anche il progetto di valutazione dello stato di salute del ponte di Realdino, che ha visto l’implementazione di un’ispezione straordinaria e l’attivazione di un sistema di monitoraggio strumentale integrato. L’obiettivo primario è quello di assicurare un controllo costante e scrupoloso della struttura, oltre che di desumere preziose informazioni utili sia al mantenimento in esercizio del ponte, sia a scopo di ricerca.
Il sofisticato sistema di monitoraggio strumentale è costituito da accelerometri mono-assiali e tri-assiali, da sensori dinamici laterali e centrali collegati a scatole di giunzione, da una stazione meteo e da una centralina di acquisizione dati in continuo, che, dopo una fase di elaborazione, possono essere visionati in remoto. L’analisi critica dei dati rilevati in campo è affidata a un docente del Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e Geotecnica (DISEG) del Politecnico di Torino, ateneo da sempre all’avanguardia in questo campo.
Il monitoraggio strumentale integrato del viadotto è stato inizialmente previsto in via sperimentale sulle due annualità 2023 e 2024 ma, vista l’esigenza di dover garantire un constante controllo della struttura, è già prevista un’estensione del monitoraggio sulle ulteriori due annualità 2025 e 2026, sfruttando parte di un finanziamento concesso da Regione Lombardia in tema di verifiche e monitoraggio dei manufatti, per il miglioramento della sicurezza ed efficienza della rete stradale.