Quasi tre italiani su quattro 73% ritengono che acquistare direttamente dall’agricoltore sia il modo migliore per avere la garanzia della sicurezza di quanto portano in tavola tra tutte le forme di distribuzione, dal supermercato al web. Ad affermarlo è un’indagine di Coldiretti e Noto Sondaggi 2024 che fotografa le nuove tendenze di consumo degli italiani, anche alla luce gli ultimi sequestri effettuati dai Nas, come quello in Puglia dove sono stati scoperti prodotti ortofrutticoli stranieri spacciati per italiani e in cattivo stato di conservazione.
Al secondo posto si piazzano i mercati contadini rionali – rileva Coldiretti -, che garantiscono la sicurezza del cibo per il 69% degli intervistati e precedono i negozi di vicinato (56%) e i supermercati e ipermercati (48%). Fanalino di coda, il web, con appena il 19% degli italiani che si fida del cibo acquistato su internet.
Il risultato è che il 46% dei cittadini acquista prodotto alimentari direttamente nelle aziende agricole o negli agriturismi, mentre se si considerano gli acquisti nei farmers market la percentuale sale al 64%, secondo l’indagine di Coldiretti/Noto Sondaggi.
Proprio la disponibilità di un mercato contadino di prossimità è desiderata dall’86% degli italiani, con una percentuale che sale al 93% nelle regioni del Centro. L’Italia – ricorda la Coldiretti – vanta la più estesa rete organizzata di mercati contadini con 15mila agricoltori coinvolti in circa 1.200 farmers market di Campagna Amica.
Un’offerta sostenuta dai primati qualitativi e di sicurezza conquistati dell’agroalimentare nazionale che secondo la Coldiretti è la più green d’Europa con 5450 specialità ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni censite dalle Regioni, 325 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, la leadership nel biologico con circa 86mila aziende agricole biologiche e una percentuale di appena lo 0,6% di prodotti agroalimentari nazionali con residui chimici irregolari, oltre 10 volte in meno dei prodotti di importazione, il cui tasso di non conformità in media è pari a 6,5% secondo elaborazioni su dati Efsa.