Torna a salire l’inflazione a marzo: secondo le stime dell’Istat si attesta al +1,2% su base annua. Un’accelerazione, spiega l’Istituto di Statistica, dovuta all’aumento dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti, nonché all’attenuazione della discesa dei prezzi dei beni energetici.
Cattive notizie per le famiglie, che non solo non hanno visto scendere i prezzi dopo i forti aumenti registrati negli ultimi anni (nonostante il calo registrato sulle materie prime, specialmente in campo alimentare), ma che ora devono fare i conti con ulteriori aumenti: secondo le stime dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, con l’inflazione a questi livelli, le ricadute per una famiglia media ammontano a +378,00 euro annui.
Ricadute che continueranno a colpire il potere di acquisto delle famiglie, specialmente quelle a basso reddito, incidendo sulle loro scelte di consumo e costringendole a rinunce e sacrifici. Secondo le rilevazioni di Federconsumatori, rispetto allo scorso anno, il consumo di carne e pesce si è ridotto di oltre il -16%; si registra, inoltre, un ricorso sempre più massiccio a discount, offerte e prodotti “last minute”. Tale andamento, inoltre, determinerà inevitabili ricadute anche sulle scelte delle famiglie in tema di vacanze, avvicinandosi il periodo estivo.