Nell’ultimo biennio, caratterizzato dalle incertezze della guerra in Ucraina, dal crescente rischio geopolitico, dalla debolezza del commercio internazionale e da una stretta monetaria di intensità senza precedenti nella storia dell’Euro, la domanda di lavoro delle imprese ha generato un sostenuto aumento dell’occupazione. L’analisi dei dati annuali, recentemente pubblicati da Istat ed Eurostat, evidenzia che tra il 2021 e il 2023 gli occupati in Italia sono saliti di 1 milione e 26mila unità (+4,5%). La crescita biennale di oltre un milione di occupati non ha precedenti nella serie storica che inizia dal 1977: la variazione passata più ampia fu quella di 689mila occupati, registrata tra il 1999 e il 2001.
La crescita dell’occupazione è trainata dall’aumento di 838mila dipendenti permanenti (+5,7%) – di cui 801 mila a tempo pieno – a fronte di un aumento di 74mila dipendenti temporanei (+2,5%) e di 114mila indipendenti (+2,3%). Si registra un maggiore dinamismo dell’occupazione femminile (+5,0%) rispetto a quella maschile (+4,2%), come ha evidenziato il report ‘Imprese e lavoro delle donne nell’era dell’incertezza – Tra presente e futuro al femminile’ presentato la scorsa settimana alla Convention del Movimento Donne Impresa Confartigianato.
Sicilia, Puglia e Veneto, locomotive europee – In una classifica ibrida tra le maggiori regioni italiane (con almeno 1 milione di occupati) e i più grandi paesi dell’Ue (con almeno 5 milioni di occupati), le performance occupazionali nell’ultimo biennio della Sicilia con +7,6%, della Puglia con +7,1% e del Veneto con +7,0%, sono migliori di quella della Spagna (+6,2%), mentre la Campania con +5,8% registra una performance migliore di quella dei Paesi Bassi (+5,4%). L’intero Mezzogiorno con +5,7% fa meglio della Germania (+4,2%), mentre la Lombardia con +3,9% fa meglio della Francia (+3,1%). Tra le maggiori province – con oltre 200mila occupati – l’occupazione nel biennio in esame sale a doppia cifra a Catania (+15,1%) e Padova (+13,7%), mentre si registra una dinamica superiore alla media Napoli e Lecce (+9,4%), Bari (+8,4%), Venezia (+7,8%), Verona e Genova (+7,6%), Como (+5,9%), Monza e della Brianza (+5,7%), Roma (+5,5%), Palermo (+5,2%), Varese (+4,9%), Pavia (+4,8%) e Vicenza (+4,6%). In generale, come evidenzia una nostra recente analisi, si osserva una maggiore crescita dell’occupazione nei territori con una più alta presenza dell’artigianato.