Made in Italy ed eCommerce costituiscono un binomio da sviluppare: è essenziale che le PMI italiane sfruttino le opportunità offerte dal canale digitale per esportare nel mondo. Allo stesso tempo, però, dobbiamo essere consapevoli dei rischi associati alla dipendenza dalle grandi piattaforme multinazionali, che molto spesso non hanno radici in Europa e che, data la loro capacità di operare a livello globale, tendono a sottrarre ricchezza al territorio e a trasferirla all’estero, pagando le tasse dove più conviene. Così Confesercenti.
L’eCommerce è un canale di vendita importante anche per le imprese del commercio ‘fisiche’, compresi i negozi di vicinato, che sempre di più utilizzano gli strumenti di vendita digitali. Oltre alla questione della tassazione, però, preoccupa anche l’asimmetria evidente nel rapporto con le PMI: sette volte su dieci, le piattaforme impongono ai piccoli venditori terzi condizioni unilaterali, e solo un terzo delle imprese ha accesso ai propri dati se sono intermediate dalle piattaforme. Condizionano pesantemente la definizione del prezzo e molto spesso limitano l’esposizione senza che l’impresa ne abbia conoscenza. Un problema che peserà sempre di più, visto la posizione dominante che stanno assumendo: le prime 20 piattaforme operanti in Italia assorbono il 71% dell’eCommerce italiano. È necessario che governo italiano e istituzioni europee intervengano per assicurare che condizioni equilibrate per le imprese dei territori. Dovremmo però anche puntare sullo sviluppo di una piattaforma eCommerce italiana dedicata al Made in Italy, magari con il coinvolgimento dell’ICE e di Cassa Depositi e Prestiti, a sostegno di tutte le PMI.