Dopo il leggero recupero di febbraio, per il marzo scorso le stime preliminari Istat indicano una situazione stabile, con una variazione congiunturale nulla in valore e in lieve calo in volume (-0,1%), mentre rispetto allo stesso mese dello scorso anno c’è un aumento del 2% in valore e dello 0,3% in volume. Nel primo trimestre dell’anno le vendite sono stazionarie in valore e in flessione in volume (-0,4%) rispetto al periodo gennaio-marzo del 2023.
Rispetto al mese precedente le vendite dei beni alimentari (+0,2% in valore e +0,1% in volume) sono in lieve aumento, mentre quelle dei non alimentari diminuiscono (-0,3% in valore e in volume). Su base annua, gli alimentari crescono del 6,4% in valore e del 3,6% in volume e i non alimentari diminuiscono sia in valore (-1,5%) che in volume (-2%). Nel confronto tra trimestri, per i beni alimentari non c’è alcuna variazione in valore e una diminuzione in volume (-0,6%), mentre i beni non alimentari calano sia in valore che in volume (rispettivamente -0,1% e -0,2%).
Per quanto riguarda i beni non alimentari, l’Istat registra variazioni tendenziali eterogenee tra i gruppi di prodotti, con l’aumento più significativo che riguarda i Prodotti di profumeria e cura della persona (+4,3%), mentre il calo più consistente è per Utensileria per la casa e ferramenta (-7,5%).
Rispetto a marzo 2023 il valore delle vendite al dettaglio è in crescita solo per la grande distribuzione (+6,1%), mentre è in calo per imprese operanti su piccole superfici (-1,5%), vendite al di fuori dei negozi (-2,6%) e commercio elettronico (-2,4%).
“La sostanziale stabilità delle vendite rilevata a marzo 2024, che segue il modesto miglioramento di febbraio – rivisto al rialzo – anche se non può essere letta in modo troppo favorevole potrebbe, comunque, rappresentare l’inizio di una fase meno negativa sul versante della domanda di beni. A tale dinamica potrebbe contribuire la consapevolezza da parte delle famiglie dell’esaurirsi della fiammata inflazionistica.
I dati dell’ultimo mese vanno valutati con la massima prudenza. In particolare, il significativo recupero dell’alimentare appare legato più alla diversa tempistica della Pasqua che ad una ripresa della domanda. Allo stesso tempo il calo rilevato per il commercio elettronico sembra più un episodio che il segnale di un mutamento nelle abitudini d’acquisto. Non vanno neanche trascurate, pure in un contesto che appare meno fragile rispetto ai mesi passati, le difficoltà in cui versano alcuni segmenti di consumo, mobili e arredamento tra tutti, e le aziende di minori dimensioni”: questo il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio.