L’incertezza continua a dominare lo scenario economico italiano e incide sulle scelte di consumo e investimento. Questa è la fotografia dell’ultima Congiuntura Confcommercio (qui il link in pdf) elaborata dall’Ufficio Studi. Una situazione difficile da decifrare secondo il direttore Mariano Bella: “L’incertezza presso gli operatori deve indurre cautela nel giudizio dei previsori, evitando, da una parte, di rimanere troppo ancorati alle pregresse valutazioni e, dall’altra, di cambiare idea troppo repentinamente”. Il profilo declinante della produzione industriale evidenzia le difficoltà di una parte rilevante del nostro sistema imprenditoriale. A maggio si conferma anche la fragilità dei consumicon una variazione dell’ICC di -0,3% sia rispetto al mese precedente (stima destagionalizzata) sia rispetto a maggio 2023 (grezza). “È successo – ha osservato Bella – semplicemente che il peggioramento nelle vendite di auto e una dinamica flettente delle presenze a partire da aprile (evidenze provvisorie) non è stato compensato da spunti favorevoli nel resto del paniere d’acquisto delle famiglie consumatrici. Insomma, come paventavamo qualche mese fa, i servizi e il turismo potrebbero non bastare a rimettere in carreggiata la spesa”.
Tra gli aspetti positivi si conferma il miglioramento del mercato del lavoro che potrebbe, in assenza di dinamiche più toniche dell’economia, mostrare qualche segno di rallentamento nella parte finale dell’anno. L’inflazionesi dimostra ampiamente sotto controllo: “La nostra stima – ha detto il direttore dell’Ufficio Studi – per giugno è di una variazione dello 0,2% congiunturale e dello 0,9% su base annua. Il taglio dei tassi di riferimento da parte della BCE è stato inferiore alle nostre attese. Pertanto le imprese, soprattutto quelle italiane, si confrontano, e sembra dovranno farlo per molto tempo, con tassi d’interesse reali particolarmente elevati. Si deve puntare tutto, quindi, sulla stabilità o l’ulteriore ridimensionamento, dell’inflazione, profilo che rafforzerebbe il potere d’acquisto del reddito da lavoro e, in un contesto privo di shock rilevanti sull’occupazione, consolidare un percorso di crescita dei consumi, con conseguente sostegno al PIL”.
Con il passare dei mesi, l’obiettivo di raggiungere una variazione del PIL all’1% o poco sopra richiede condizioni sempre più stringenti. La stima per il secondo quarto dell’anno in corso per il PIL è moderatamente negativa in termini congiunturali (-0,1%) e ancora allo 0,7% la variazione tendenziale. “Questo stop potrebbe essere superato grazie ai servizi e, ancora, al turismo in senso lato – trasporti, cultura, alloggio e ristorazione – a partire da luglio”.