BOLOGNA – Nella mattinata di ieri, giovedì 8 agosto, i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di finanza di Bologna, unitamente al Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.), hanno dato esecuzione – come sviluppo di indagini dirette da Roberto Ceroni della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Bologna, con il coordinamento della Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo – a un decreto di sequestro preventivo di beni per complessivi di 4,8 milioni di euro, emesso dal Giudice dell’Udienza Preliminare del Tribunale felsineo nei confronti di 4 persone di origine campana.
L’operazione di servizio – condotta dal Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria Bologna – costituisce l’esito di articolate investigazioni culminate, il 6 marzo c.a., nell’arresto dei responsabili, indiziati del reato di tentata estorsione aggravata dal c.d. “metodo mafioso”.
L’attività delittuosa – perpetrata in danno di un imprenditore bolognese attivo nella logistica e nei trasporti – sarebbe consistita nella cessione, a titolo oneroso, di un credito I.V.A. fittizio detenuto da una società riconducibile ai soggetti indagati.
Tale “proposta commerciale” è stata “avanzata” avvalendosi del “metodo mafioso”, ovvero in virtù della forza di intimidazione e della condizione di assoggettamento e omertà derivanti, per alcuni di loro, dalla vicinanza ad appartenenti alla criminalità organizzata di stampo camorristico.
Successivamente all’arresto, gli investigatori hanno dato corso – su impulso della locale Autorità Giudiziaria – ad accertamenti patrimoniali volti a ricostruire il profilo economico/finanziario di ciascun indagato, oltreché a individuare eventuali beni da sottoporre a sequestro.
Il Tribunale di Bologna – alla luce delle nuove risultanze investigative e accogliendo le richieste avanzate dall’autorità giudiziaria inquirente – ha emesso un provvedimento cautelare di natura reale con il quale ha disposto il sequestro preventivo di denaro, beni e utilità fino all’ammontare complessivo di 4,8 milioni di euro.
Tra i beni sequestrati, vi è l’intero compendio aziendale di due società preposte alla gestione di altrettante strutture ricettive, ubicate in Montecatini Terme (PT).