MILANO – Sono oltre 600 i soci e le socie dei centri socioricreativi del Comune di Milano che hanno aderito all’iniziativa ‘Vediamoci Chiaro’, una campagna di screening e informazione sulle patologie retiniche dedicata alle persone over 55, considerate potenzialmente a rischio a causa dell’età. In circa una su quattro delle persone visitate è emersa la necessità di un approfondimento specialistico per le patologie maculari.
Gli screening, iniziati nel maggio scorso e che si concluderanno nei prossimi giorni, hanno riguardato nove centri: il centro ‘Ercole Ratti’ di via Cenisio 4 (Municipio 8) e le strutture di Cascina San Paolo (Municipio 2), Sorriso (Municipio 3), Zante e Acquabella (Municipio 4), Ronchettino (Municipio 5), Astronave (Municipio 6), Il Giardino (Municipio 7), Sempreverdi (Municipio 9).
“Nonostante sia ormai universalmente accettato che la prevenzione è un fattore fondamentale dei processi di cura, soprattutto nella fascia di popolazione più anziana, è ancora molto difficile coinvolgere tutti e tutte nei programmi di screening sanitari dedicati organizzati dal servizio sanitario regionale, molto spesso a causa di procedure di adesione complesse o della difficoltà di spostarsi per raggiungere gli ospedali o gli altri presidi sanitari – dichiara l’assessore al Welfare e Salute Lamberto Bertolé -. ‘Vediamoci Chiaro’ ha avuto il merito di incontrare le persone nei loro luoghi di frequentazione quotidiana: ai nostri centri sono iscritti 13mila soci che hanno avuto la possibilità di informarsi e di essere supportati da personale volontario preparato e formato. Un’opportunità importante che lavoreremo per continuare a offrire loro, proseguendo nel lavoro di sinergia con tutti gli attori cittadini che si occupano di salute e volontariato”.
L’iniziativa, patrocinata dall’Università degli Studi di Milano, è coordinata dal professor Giovanni Staurenghi, oculista di fama internazionale, che ha diretto il team di specialisti coinvolti nelle giornate di screening.
“Il progetto Vediamoci Chiaro – spiega il professor Staurenghi – ha rappresentato un’interessante iniziativa di salute pubblica e ha permesso di sensibilizzare i cittadini su un tema delicato, ovvero l’importanza dello screening per le degenerazioni maculari. Ciò che ha reso unico questo progetto è stata la possibilità di far conoscere la malattia alla popolazione a rischio e la necessità di sottoporsi a controlli specifici della retina.
Attraverso questa iniziativa, siamo riusciti a identificare precocemente casi di degenerazione maculare in fase iniziale, permettendo ai cittadini di accedere a interventi terapeutici tempestivi ed efficaci. Va inoltre evidenziato il valore epidemiologico di questo progetto: i dati raccolti hanno rivelato che il 25% dei cittadini esaminati presentava segni di degenerazione maculare senile e, di questi, il 5% necessita di trattamenti precoci.
Questi risultati devono essere capitalizzati per promuovere sempre più politiche sanitarie che includano lo screening delle patologie maculari come parte integrante della prevenzione oculare, soprattutto per la popolazione over 55. Solo attraverso un approccio proattivo e sistematico possiamo sperare di ridurre l’incidenza della cecità causata da queste patologie e preservare la qualità di vita dei nostri cittadini”.
Gli screening sono stati condotti da un team costituito da un medico oculista e due ortottisti. I soci dei centri, con età superiore a 55 anni, che non hanno patologie retiniche conosciute, sono stati sottoposti a tre esami, effettuati grazie a macchinari di ultima generazione in grado di individuare le degenerazioni retiniche anche nelle prime fasi di malattia, quando i sintomi non sono ancora evidenti.
La degenerazione maculare neovascolare legata all’età è una malattia degenerativa cronica della retina che danneggia la vista dei soggetti che ne sono affetti. Si tratta della principale causa di cecità e ipovisione nel mondo occidentale. In Italia ne soffrono almeno tre milioni di persone e oltre un milione di queste ha più di 70 anni. Il fattore tempo è un elemento critico nella gestione della malattia, per questo la diagnosi precoce assume una sempre maggiore rilevanza per il miglior esito del trattamento.
‘Vediamoci Chiaro’ è realizzata grazie al contributo non condizionante di Roche Italia.
“Tra i pilastri che guidano la nostra azienda, e che si riflettono nella messa in atto delle nostre azioni concrete di supporto – commenta Anna Maria Porrini, direttore Medico di Roche Italia – vi è quello di garantire un migliore accesso a soluzioni terapeutiche innovative a tutti i cittadini che possano averne bisogno, favorendo allo stesso tempo un impegno attivo a livello della comunità, grazie a programmi ed investimenti in educazione alla salute e prevenzione. Progetti come questo riflettono gli sforzi e l’impegno di Roche nel generare un impatto positivo sia per i pazienti sia per la società nel suo complesso”.
L’iniziativa si è avvalsa anche del supporto di personale volontario dei Lions Clubs International, a fianco dei cittadini e delle cittadine nelle fasi di prenotazione e accettazione.