PRATO – Un colpo deciso contro il lavoro sommerso e l’illegalità nel settore della ristorazione etnica è stato sferrato dai militari del Nucleo Mobile del Gruppo di Prato, sotto il coordinamento del Comando Provinciale e in sinergia con il Comando Regionale Toscana. L’operazione, denominata “Fast food”, ha portato alla luce una rete di gravi irregolarità riguardanti la gestione del personale e il rispetto delle normative sul lavoro.
I controlli, condotti con il supporto delle segnalazioni ricevute tramite il numero 117 e grazie ad una minuziosa attività di analisi dei dati e capillare monitoraggio del territorio, hanno interessato 17 esercizi commerciali attivi nella città e nella provincia di Prato. Le verifiche hanno permesso di accertare 140 lavoratori irregolari, di cui 55 completamente in nero, privi di qualsiasi tutela lavorativa e previdenziale, con risvolti che non solo minano la dignità dei lavoratori, ma generano una concorrenza sleale nei confronti degli operatori onesti.
Alla luce delle evidenze emerse, sono stati adottati provvedimenti incisivi:
- sospensione immediata di 15 attività commerciali in violazione delle normative vigenti;
- pesanti sanzioni amministrative, volte a ripristinare condizioni di legalità e sicurezza.
L’operazione “Fast food” non si limita a denunciare le irregolarità emerse, ma intende richiamare l’attenzione su un fenomeno di ampio respiro che incide negativamente sulla società. Il lavoro nero priva i lavoratori delle garanzie minime di sicurezza, dignità e diritti, mettendo a rischio la loro stessa incolumità. Al contempo, genera un danno economico significativo, sottraendo risorse alla collettività e alterando gli equilibri del mercato.