Un tumore aggressivo e a crescente incidenza, con oltre 1200 nuove diagnosi ogni giorno al mondo e una ricerca che riceve solo il 2% dei fondi raccolti in Europa contro il cancro. E’ la preoccupante fotografia del tumore del pancreas. Tuttavia oggi, grazie ai progressi delle cure, della diagnosi e della ricerca, contro questa malattia si registrano successi impensabili anche solo pochi anni fa.
Per condividere le conoscenze, ma anche le esperienze e le speranze di chi ha vissuto e superato questa malattia, medici, ricercatori e pazienti si riuniscono in Humanitas in occasione della Giornata Mondiale per il Tumore del Pancreas. Appuntamento il 15 novembre alle 14.30 al Centro Congressi Humanitas (via Manzoni 113).
Uno speciale momento in cui vengono affrontate, insieme ai principali esperti, tematiche diverse: dal riconoscimento dei sintomi precoci ai percorsi diagnostico-terapeutici, dalle problematiche nutrizionali fino all’evoluzione della ricerca, che da una parte sta identificando nuovi biomarcatori per consentire una diagnosi sempre più precoce, e dall’altra sta investigando il rapporto tra tumore e sistema immunitario.
“Questo tumore è visto spesso come una condanna ma la sua storia naturale sta in realtà cambiando – commenta il professor Alessandro Zerbi, Responsabile Chirurgia del Pancreas Humanitas e docente Humanitas University – Si stanno aprendo prospettive interessanti grazie allo sviluppo di nuovi trattamenti chemioterapici e una loro miglior combinazione con gli interventi chirurgici, che sono tra i più complessi e la cui buona riuscita dipende molto dall’esperienza sia di chi li esegue sia del Centro ove vengono eseguiti. Il tutto combinato con i progressi della ricerca, che è sempre più focalizzata sulle peculiarità biologiche proprie del carcinoma pancreatico.”
“La valutazione di un paziente con tumore del pancreas trae i maggiori benefici da un approccio multidisciplinare che venga eseguito in Centri ad alto volume di pazienti con patologia pancreatica – commenta la dottoressa Silvia Carrara, Responsabile del Programma di Ecoendoscopia in Humanitas e Segretario Aisp (Associazione Italiana Studio Pancreas) – Questo è dimostrato anche da diversi studi che confermano come l’accesso a Strutture qualificate comporti minori complicanze e minore mortalità a seguito di chirurgia pancreatica e migliore aspettativa di vita.”
Ad oggi l’arma migliore contro questo tumore così aggressivo resta la diagnosi precoce: per questo è fondamentale conoscere i fattori di rischio e i sintomi di questa malattia, così come sapere a quali specialisti e centri rivolgersi.
La giornata mondiale per il tumore del pancreas mira perciò a favorire una maggiore consapevolezza, mettendo a confronto i medici ed i ricercatori che quotidianamente si occupano della diagnosi e della cura del carcinoma pancreatico con la comunità delle associazioni pazienti e dei medici di medicina generale. In questo modo ci si attende maggiore attenzione a diversi fattori chiave: stile di vita in grado di prevenire l’insorgenza di questo tumore, sintomi che non di rado precedono la diagnosi di tumore al pancreas ma che a volte vengono sottovalutati (come la comparsa improvvisa di diabete o un mal di schiena mal spiegato), predisposizione genetica e possibilità di identificare i soggetti a rischio ed inserirli in appositi programmi di sorveglianza.
“L’incertezza che pazienti e familiari devono affrontare a fronte di una diagnosi di tumore al pancreas crea vulnerabilità. Eventi come questo dove il punto di vista del paziente è in primo piano contribuiscono a creare una comunicazione trasparente ed efficace su come orientarsi nel percorso di diagnosi e cura di questa patologia” commenta Piero Rivizzigno, Presidente dell’Associazione Codice Viola, tra gli organizzatori dell’evento.
A sostenere l’evento del 15 novembre, oltre alle Associazioni Pazienti anche l’Aisp, Associazione Italiana Studio Pancreas, che da sempre è vicina ai pazienti, alle loro famiglie, e ai medici che quotidianamente lottano contro il tumore del pancreas e promuove molteplici iniziative a carattere divulgativo.
In Humanitas si punta parecchio sulla ricerca contro il tumore al pancreas: sono stati recentemente identificati 3 nuovi biomarcatori, più elevati nel sangue dei pazienti con tumore del pancreas rispetto a soggetti sani, anche in stadi precoci di malattia. La loro validazione potrebbe aiutare ad individuare pazienti ancora asintomatici ma a rischio, da sottoporre perciò ad ulteriori indagini di imaging. Si sta inoltre cercando di valutare la presenza di cellule tumorali circolanti nel sangue periferico per correlarle allo stadio di malattia e eventualmente alla prognosi dei pazienti o alla risposta alla terapia. Un altro ambito su cui si sta concentrando la ricerca è l’attivazione di una risposta del sistema immunitario per contrastare la crescita del tumore.
“Il cancro del pancreas – spiega il prof. Alberto Mantovani, Direttore Scientifico di Humanitas e docente di Humanitas University – costituisce una sfida per chi fa ricerca in oncologia, perché i progressi ottenuti, ad oggi, sono stati purtroppo estremamente limitati. Anche una strategia promettente come la riattivazione delle armi del sistema immunitario contro il cancro, al momento, si è rivelata inefficace.
Dobbiamo quindi approfondire le nostre conoscenze per ottenere risultati migliori. Abbiamo un disperato bisogno di nuovi diagnostici, che ci permettano di effettuare diagnosi più precoci. E abbiamo bisogno studiare e capire meglio il rapporto fra il tumore e lo stroma che lo circonda, che al momento costituisce una specie di muro invalicabile che impedisce l’accesso delle nostre difese. Dobbiamo dunque integrare competenze e sforzi: solo uniti possiamo battere questo big killer”.
Non tutti i tumori sono, fortunatamente, maligni. Il pancreas può essere colpito da tumori di natura e malignità differenti: tumori cistici ed endocrini, spesso benigni o a bassa malignità, o carcinomi, particolarmente aggressivi e in aumento, soprattutto nei Paesi Occidentali.
Attualmente il carcinoma del pancreas rappresenta la quarta causa di morte per tumore e fra 10-15 anni diventerà la seconda.. Nonostante questa crescita, non si sa molto nè di questa patologia nè dell’organo che essa colpisce. Conoscere meglio entrambi, insieme ai fattori di rischio, è però molto importante: fumo, dieta ricca di grassi, diabete e predisposizione familiare possono aumentare il rischio di insorgenza della malattia. Per aiutare la massima diffusione di conoscenze e favorire maggiore consapevolezza è stato realizzato un video speciale a questo link.
Una volta sospettata la presenza del tumore possono fare la differenza sia le indagini diagnostiche eseguite sia il luogo dove vengono effettuate. Rivolgersi a Centri che hanno una grande esperienza nella patologia pancreatica è fondamentale per giungere in tempi rapidi ad una diagnosi corretta e per pianificare le cure più appropriate per il singolo paziente.
La corretta diagnosi di tumore del pancreas spesso richiede l’integrazione delle immagini della TC con mezzo di contrasto e dell’ecoendoscopia. Quest’ultima consente inoltre l’esecuzione di prelievi bioptici, per giungere ad una diagnosi anatomopatologica di certezza.
Negli ultimi anni l’ecoendoscopia (EUS) si è trasformata da metodica puramente diagnostica a strumento operativo con sviluppi terapeutici quali drenaggi, alcolizzazione del plesso celiaco per il controllo del dolore, posizionamento di marcatori per guidare la radioterapia, e tecniche ablative locali da integrare alle altre terapie all’interno di protocolli di ricerca.
La cura del carcinoma pancreatico è tipicamente multidisciplinare e si è evoluta negli ultimi anni. Solo la combinazione della chirurgia con la chemioterapia, ed eventualmente la radioterapia, può consentire di ottenere risultati soddisfacenti. Fondamentale è identificare correttamente i casi potenzialmente suscettibili di un intervento chirurgico.
Negli ultimi anni si è assistito all’introduzione di diverse novità in campo sia chirurgico che oncologico. Gli interventi tendono a essere meno demolitivi e a utilizzare tecniche mini-invasive (laparoscopiche e robotiche).
In campo oncologico si è assistito allo sviluppo di nuovi farmaci chemioterapiche, utilizzati in combinazione tra loro e somministrati in alcuni casi prima ed in altri dopo l’intervento chirurgico, hanno consentito di migliorare la prognosi dei pazienti.