Quando Carlos inizia a scattare le fotografie ci apre le porte di un mondo magico e straordinario. Luci, colori, inquadrature e scorci che lasciano a bocca aperta. Gli scatti di un giovane professionista che vede il mondo in modo speciale: con gli occhiali dell’autismo.
Una storia di grande coraggio, tenacia e immenso amore quella di Carlos Gianesini, 25enne piemontese, fotografo che martedì scorso al Binario 7 ha immortalato i momenti più importanti del convegno sull’autismo e allestito al primo piano una piccola mostra con alcuni suoi scatti.
Scatti intensi e stupendi quelli del giovane Carlos e quando mamma Alexandra ci inizia a raccontare la storia del suo ragazzo ogni scatto acquista un valore e una bellezza ancora maggiori.
“Quando Carlos aveva nove mesi avevo intuito che qualche cosa in lui non andava – spiega mentre Carlos è alle prese con la sua macchina fotografica – Ma non mi sono mai arresa. Ho lottato tanto per mio figlio, perché a Carlos venissero garantiti diritti e autonomia”.
La tenacia di mamma Alexandra ha permesso a Carlos di raggiungere importanti traguardi professionali e personali. E soprattutto di coronare il grande sogno di immortalare il mondo. “Carlos ha iniziato a scattare foto a 10 anni – racconta la mamma – Con la sua macchina fotografica compatta. Ogni occasione era buona per scattare foto, soprattutto durante i viaggi”.
Perché Carlos è uno spirito curioso e girovago e insieme ad Alexandra e al suo secondo marito ha girato il mondo. Rispettando i suoi ritmi, i suoi riti (guai a fare un viaggio in aereo lontano dal finestrino, non sarebbe stato possibile neppure decollare), con le sue piccole manie (vietato pronunciare la parola attenzione, la guida turistica a Tokyo per tutta la visita guidata l’ha sostituita con “leone, leone” affermazione più adatta al mondo e alla mente di Carlos).
Alexandra ha dovuto combattere non poco con la burocrazia, ma era certa che Carlos aveva talenti da esprimere, ma era indispensabile un aiuto speciale per farli sbocciare. Così che alle superiori è riuscita a ottenere, accanto all’insegnante di sostegno, anche la figura dell’educatrice che ha aiutato Carlos a raggiungere l’autonomia.”Carlos non aveva bisogno di qualcuno che lo aiutasse nel percorso di apprendimento – ha spiegato – Per quello c’eravamo noi a casa. Carlos aveva bisogno di qualcuno che lo aiutasse per esempio a muoversi suoi mezzi, ad andare in biblioteca, a fare la spesa, a cucinare”.
Oggi Carlos è un ragazzo autonomo: si muove da solo, cucina un pranzo completo (ma al microonde perché ha paura del fuoco), fa equitazione (diventando campione della disciplina nelle Special Olympics) è un professionista degli scatti (partecipando a diverse mostre) e scrive (pubblicando il libro per bambini “Carlos e la storia dell’incantesimo dispettoso” che si può richiedere inviando un’email a carlosgianesinifotografo@gmail.com).
Dopo le superiori mamma Alexandra è andata subito alla ricerca di un fotografo professionista al quale affiancare Carlos, trovando nel coach Stefano Ceretti un professionista competente e in grado di instaurare con il figlio un rapporto paritario. I risultati raggiunti sono importanti: Carlos è stato ingaggiato per immortalare le botteghe artigiane di Biella protagoniste della mostra fotografica “Anche il viaggio più lungo inizia con il primo scatto” che a breve diventerà un libro fotografico.
“Per Carlos è stata una grande sfida – spiega Alexandra – Ogni seduta fotografica durava due ore, ma Carlos come tutti i ragazzi autistici ha una visione e percezione diversa del tempo. La prima mezz’ora è fondamentale per ambientarsi, poi per un’ora e mezza grandissima concentrazione”.
Sembra facile ma per un ragazzo autistico non lo è. Il raggiungimento di questi traguardi sono per la sua famiglia motivo di grande orgoglio e di immensa felicità. “Vederlo autonomo è la gioia più grande che provo – racconta – Vederlo muoversi da solo e in modo professionale anche nei grandi eventi, come per esempio in occasione della settimana della moda mi ha reso felice. Ogni giorno mi chiedo se ho fatto abbastanza, o se avrei potuto o posso fare di più. In tutti questi anni non ho mai avuto paura: sono ben consapevole che Carlos è autistico, ogni giorno con lui devo studiare una particolare strategia e quando l’ansia lo assale non c’è altra soluzione che fermarsi, fermare il mondo e ricominciare”.
Da capo, quasi fosse un gioco dell’oca che quasi arrivati al traguardo ti rimanda al punto di partenza. Ma al tempo stesso ti regala ogni giorno immense e piacevoli sorprese, passi in avanti, piccoli successi. Come quando, al termine dell’intervista, Carlos ci chiede una fotografia. Un onore e un piacere farsi immortalare insieme a questo bravissimo fotografo che apre le porte del suo mondo dove, ci ricorda mamma Alexandra, bisogna però indossare gli occhiali e l’orologio dell’autismo.
Barbara Apicella
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Stupendo….