E’ stato uno dei più grandi campioni saliti sul ring e, insieme, una delle più grandi delusioni. Ma una cosa è certa: il 22 novembre 1986, a soli 20 anni 4 mesi e 22 giorni, Mike Tyson entra nella storia come il più giovane campione del mondo di pugilato. Un record che, al di là del resto della sua carriera e delle varie vicissitudini personali, è tuttora imbattuto e con ogni probabilità è destinato a durare ancora parecchio.
Per quanto riguarda le botte, picchia da matti. E’ stato definito dagli esperti, statistiche alla mano, uno dei più grandi picchiatori della storia. Il migliore nei Pesi Massimi. E già l’inizio della sua carriera è folgorante: tutto sommato piccoletto per la categoria, con i suoi “soli” 178 centimetri di altezza, appena diventa professionista manda tutti al tappeto. Vince i primi 19 incontri per ko. Soltanto sette dei suoi avversari riusciranno a superare la prima ripresa prima di finire al tappeto. Impressionante.
Uno di quelli che riesce ad arrivare alla seconda è il campione del mondo Wbc Trevor Berbick, l’uomo che a suon di pugni ha spinto Muhammad Alì a dire stop alla carriera. Berbick vacilla già alla prima ripresa, nel second round va a terra due volte, poi l’arbitro gli risparmia guai maggiori mettendo la parola fine al match e consacrando Tyson nuovo re della categoria.
Nel giro di un anno Tyson sconfigge anche i campioni Wba e Ibf riunendo i titoli delle maggiori categorie. L’ultima, la Wbo, finisce nelle sue mani nel 1988 quando manda al tappeto Michael Spinks in soli 91 secondi.
Il colpo maggiore Tyson lo riceve non dai suoi avversari, ma dalla giustizia: accusato di stupro da Desiree Washington, finisce in carcere per 6 anni. Quando uscirà non sarà più lo stesso: capace sì di riconquistare il titolo mondiale, ma meno efficace e molto più istintivo. Belva, addirittura, come nella rivincita contro Evander Holyfield quando con un morso gli stacca un pezzo d’orecchio.
Un gesto che resta nella storia del pugilato. Ma ci resta anche Mike Tyson, soprattutto per quanto ha fatto di buono nella prima parte della carriera. Da allora un altro come lui non si è più visto.