In un mondo sempre più tecnologico, l’esperto di cyber security, l’esperto di blockchain e il data scientist sono i tre lavori del futuro che saranno sempre più richiesti dalle aziende italiane durante i prossimi cinque anni e per le quali già oggi il mercato del lavoro esprime una forte domanda che spesso rimane insoddisfatta. La carenza di formazione specifica e di competenze, infatti, è il tasto dolente che sta impedendo alle aziende di assumere le figure professionali di cui hanno bisogno. Lo dice un’indagine realizzata dalla società di ricerche InTribe, presentata nei giorni scorsi durante il convegno Il Lavoro del Futuro.
Le 10 professioni del futuro In un ambiente globalizzato e super connesso gli esperti di cyber security sono sempre più ricercati da cacciatori di teste e aziende, così come gli esperti di blockchain, tecnologia spesso associata solamente alle crypto valute e ai Bitcoin, che invece ha una pervasività di applicazione quasi illimitata: dal tracciamento della filiera alimentare alla sottoscrizione digitale di un atto di proprietà o di un atto notarile, dal rendere automatico e immediato il risarcimento da parte di un’assicurazione al consentire transazioni sicure tra persone che non si conoscono garantendone l’identità. Considerando poi che i dati sono sempre più diffusi e importanti (ogni ora vengono caricate 2,8 milioni di foto su Instagram, postati 23,7 milioni di tweet, visualizzati 248 milioni di video su YouTube), è caccia ai data scientist, al terzo posto nella graduatoria. Questa figura aiuta l’azienda a trarre informazioni utili e redditizie dalla multitudine di dati in circolazione.
Al quarto posto della graduatoria si trovano gli esperti di Intelligenza Artificiale e machine learning, figure aziendali in grado di sviluppare sistemi intelligenti che gestiscono le applicazioni di tutti i giorni, di selezionare informazioni da grandi moli di dati e molto altro. È grazie a questi esperti che le macchine stanno iniziando a “imparare” dall’esperienza. Dalla fusione di tre figure professionali, il tecnico per l’automazione industriale, il tecnico informatico e il tecnico elettronico, è nato il meccatronico (al 5° posto), che si occupa principalmente di progettare e realizzare sistemi di controllo automatico utilizzando come strumenti di lavoro sia software di sviluppo sia centraline elettroniche per l’implementazione del sistema e del suo funzionamento, in tempo reale.
Fra le professioni più affascinanti, quella degli esperti di Internet of Things (IoT) e di Ubiquitous Computing. È grazie a loro che le cose iniziano a prendere vita e dialogare tra loro tramite una connessione wireless, potendo offrire informazioni e agire da remoto, ricevendo comandi e input che non prevedono la presenza delle persone nello stesso ambiente. Tutto ciò può accadere a patto che l’utilizzo delle apparecchiature sia semplice, intuitivo e user friendly. Ad assicurare che sia così sono gli esperti di usabilità e user experience (7° posizione), che sono diventate figure chiave per l’incremento delle vendite on e off-line.
Sull’arricchimento della percezione sensoriale umana, con il fine di coinvolgere i clienti in esperienze mai provate prima, si basa la capacità degli esperti di realtà virtuale e aumentata (augmented reality, 8°). Fra i settori che già ne beneficiano, cosmesi, abbigliamento e accessori, con gli specchi interattivi che rimandano l’immagine modificata graficamente di una persona, permettendole di scegliere l’outfit o il make up più adatto; i cataloghi tradizionali, che permettono di far vivere l’esperienza di un prodotto prima del suo acquisto; i giochi per l’infanzia e i musei, sempre più interattivi.
Veicoli a guida autonoma, sistemi di monitoraggio remoto dei pazienti, droni per le consegne a domicilio, illuminazione di strade e abitazioni che si adatta alle circostanze, saranno gestite non più via cloud (nuvola) ma in ambiente nebbia (fog), che supporta meglio le nuove applicazioni informatiche. Per questo motivo in nona posizione si trovano gli esperti di fog computing, che sanno come gestire questa rete, che può essere vista come parallela rispetto a quella pubblica e permette agli utenti (e ai loro dispositivi) di accedere a risorse e potenza di calcolo anche senza passare attraverso una connessione internet.
Al decimo posto un hacker, non quello che viola le reti informatiche ma il growth hacker, che si occupa della crescita dei clienti di un’azienda e lo fa attraverso l’utilizzo di tecniche avanzate e di lean marketing e software. (Ansa)