CESANO MADERNO – Una riunione di coordinamento di Brianza Sicura, il progetto intercomunale di contrasto alla criminalità organizzata di stampo mafioso e al fenomeno della corruzione, si terrà alle 20.45 di venerdì 30 novembre in Sala Aurora di Palazzo Arese Borromeo. Sono invitati ad intervenire, accanto alla cittadinanza, le associazioni, i comitati e gli enti territoriali attivi nella lotta all’illegalità, intesa quale substrato utile al proliferare di fenomeni di stampo mafioso.
Nel corso della serata, Jole Garuti presenterà il libro “In nome del figlio”, dedicato alla figura di Roberto Antiochia, l’agente della Polizia di Stato ucciso a Palermo dall’associazione mafiosa Cosa Nostra il 6 agosto del 1985 mentre col suo corpo cercava inutilmente di far scudo a quello del Vice Questore Antonio Cassarà.
Accanto a Jole Garuti, direttrice del Centro Studi Saveria Antiochia Osservatorio Antimafia, interverranno Monica Forte, Presidente della Commissione Speciale Antimafia di Regione Lombardia e Guido Fogacci, della Scuola di Formazione Antonio Caponnetto.
Sarà il sindaco Maurilio Longhin che, nel porgere i saluti ai relatori, darà il via ai lavori riconfermando l’impegno della Città alla diffusione della cultura della legalità attraverso le iniziative di Brianza Sicura. Cesano è infatti una delle sue realtà fondanti dal 2014, quando Longhin era presidente del Consiglio Comunale, e da allora prosegue nel suo impegno oggi coordinato dal Consigliere Marco Violato.
“Questa serata, che fa seguito alle numerose altre svoltesi anche sul nostro territorio, – ha dichiarato Longhin -, vuole essere la riconferma dell’impegno di Cesano nella lotta alla corruzione e al crimine organizzato, attraverso la messa in campo di competenze sempre più coordinate. La mafia è un fenomeno tentacolare che per essere combattuto in modo efficace necessita di una profonda coscienza civica e della conoscenza dei mezzi che ne impediscono l’infiltrazione, tanto negli apparati pubblici quanto nel mondo dell’imprenditoria privata”.
“In nome del figlio” è il libro attraverso cui la madre di Roberto Antiochia, Saveria, è rinata “per dedicare ogni energia all’impegno antimafia e per far conoscere e diffondere i valori e gli ideali del suo ragazzo”.
Saveria fu tra i fondatori del Circolo Società Civile di Milano, del Coordinamento antimafia di Palermo e di Libera. Nel 1990 venne eletta nel Consiglio Comunale di Palermo, ma la politica non era il suo mondo. Dal 1993 frequentò Sariano, un paesino del Polesine diventato quasi un’università popolare dell’antimafia per la caratura e la passione dei partecipanti ai dibattiti. Partecipò, con testimonianza determinante, a ogni udienza dei processi per l’uccisione di Roberto e di Antonio Cassarà.