COMO – Si era presentato alla Motorizzazione civile per fare gli esami della patente, si è ritrovato in ospedale, sottoposto agli esami dai medici. In più, per il malintenzionato, una denuncia per tentata truffa da parte degli agenti della polizia locale.
Protagonista della vicenda è un ventenne originario dell’India, residente a Erba, che per superare l’esame di teoria ha cercato di utilizzare un meccanismo ormai consolidato anche se spesso viene scoperto dai commissari della Motorizzazione: un forellino sulla felpa, lo smartphone appiccicato con lo scotch al petto, auricolari nelle orecchie. Tanto basta per inquadrare la scheda e ricevere le risposte corrette grazie a un complice che gliele detta in tempo reale.
Quando è stato scoperto, ha provato a negare tutto quanto, ma alla fine ha ammesso le sue responsabilità. Non solo: ha dovuto perfino chiedere di essere aiutato perché i piccoli auricolari utilizzati erano stati spinti troppo in fondo e non era più in grado di cavarsela da solo. Per estrarli è stato necessario accompagnarlo al Pronto soccorso dell’ospedale e affidarlo ai medici. Poi è scattata la denuncia.
Stessa sorte, ovvero denuncia, anche se in modo più indolore per un uomo di 37 anni originario del Pakistan e residente a Luisago. Stesso goffo tentativo di farsi suggerire tutte le risposte, stesso esito: scheda perfetta, ma scoperto nel corso dell’esame. Ora dovrà farsi suggerire da un avvocato le risposte migliori da dare al giudice il giorno del processo.