Tra roghi a Roma, problemi delle discariche in Campania, delle polveri sottili ovunque, alle fonti rinnovabili, ai cambiamenti climatici e di tutti i problemi in cui è coinvolto in prima persona: “l’Ambiente” si chiede aiuto immediato al Governo italiano.
La periferia nord-orientale della notte tra lunedì e martedì a Roma, dove è divampato un incendio nel TMB Salario, uno degli impianti Ama di trattamento meccanico biologico dei rifiuti urbani. Nel frattempo il Campidoglio ha convocato una cabina di regia con la Regione e la Protezione Civile con il compito di valutare le azioni da mettere in campo e gli eventuali rischi per la popolazione. L’amministrazione capitolina dovrà anche valutare le opzioni possibili per ridistribuire i rifiuti urbani che venivano lavorati nell’impianto, vale a dire quasi del 25% dell’indifferenziata di Roma.
“Tra i principi di responsabilità – bacchetta il responsabile interregionale di FareAmbiente, Luigi Dalla Pozza -, taluni segnalati da tempo anche nelle direttive europee in materia di smaltimento dei rifiuti, reputo che ve ne siano alcuni irrinunciabili . In primis il rispetto del principio di prossimità e l’autosufficienza delle comunità locali almeno per quanto riguarda lo smaltimento. Inceneritori si o no? Forse basterebbe documentarsi e studiare l’argomento o lasciarlo a chi se ne occupa quotidianamente. Noi di FareAmbiente vorremmo ricordare che a Copenaghen (Danimarca) c’è “Copenhill”: un termovalorizzatore con emissioni minime e che con la combustione dei rifiuti procura elettricità a 62 mila persone e ne riscalda 160 mila, costruito in città, all’interno di un parco, L’inceneritore di Spittelau è un impianto di trattamento termico dei rifiuti della città di Vienna, completato nel 1971 e ridisegnato esternamente dall’architetto ed ecologista Friedensreich Hundertwasse, ERZ, Entsorgung + Recycling Zürich, è proprietaria di uno dei più moderni impianti di incenerimento di rifiuti per la produzione di elettricità e riscaldamento, uno dei più avanzati impianti di termovalorizzazione del mondo, equipaggiato con le migliori tecnologie disponibili e capace di processare fino a 270.000 tonnellate di rifiuti l’anno”.
Attualmente, l’impianto copre il consumo di elettricità di 50.000 persone e fornisce riscaldamento a 80.000 abitanti (il 16% del totale delle abitazioni di Zurigo) sono alcuni esempi . E’ la rappresentazione di quanto avviene, per i rifiuti, tra nord e sud Italia: in Lombardia il 39% delle frazioni non riciclabili dei rifiuti urbani va nel termovalorizzatore e solo il 4% in discarica, in Sicilia non ci sono termovalorizzatori e l’80% dei rifiuti finisce in discarica.
“In Lombardia – continua Dalla Pozza – si realizza l’economia circolare, con il recupero energetico dai rifiuti, la raccolta differenziata, il ricorso minimo alle discariche e l’assenza di rifiuti esportati. E’ urgente esportare questo modello, poiché sono tanti i problemi che distruggono l’ambiente. Il mercato dei rifiuti alimenta il sistema delle eco mafie che si annidano nei milioni di tonnellate che restano in superficie da smaltire. Ma bisogna iniziare dai più importanti. Non ci vuole un fenomeno per capire che sono determinanti gli inceneritori, la conversione delle centrali a carbone e le cementerie già utilizzate nell’emergenza della sindrome della “mucca pazza”, poiché meno impattanti, o gli impianti di biogas e biometano”.
Questo è l’appello di FareAmbiente al Governo: “Bisogna mettersi in moto e inserire la quinta (in attesa di autovetture meno inquinanti). Non c’è più tempo per discutere o litigare. Vanno prese decisioni importanti subito”.