MONZA – In questi giorni di festa in tanti fanno visita ai reparti pediatrici: carabinieri, poliziotti, finanzieri, pompieri, nonni, clown, volontari tutti nelle vesti di Babbo Natale a distribuire regali e a donare un sorriso e soprattutto uno spiraglio di normalità ai bambini che stanno affrontando il tunnel della malattia.
Noi però vi raccontiamo la storia di Babbi Natale speciale che settimana scorsa hanno fatto tappa a Monza nel reparto di Oncoematologia dell’ospedale San Gerardo: sono gli atleti de La Mitica, squadra di calcio formata da ragazzi guariti dalla leucemia.
Tante le emozioni e i pensieri che sono passati nella mente e nei cuori di questi guerrieri: alcuni poco più che ventenni, altri iniziano a vedersi spuntar ei primi capelli bianchi. Loro quelle corsie le conoscono bene: conoscono e comprendono quegli sguardi spesso smarriti di mamma e papà, la fatica di affrontare la malattia, quella stanza che diventa la tua casa e gli infermieri e i medici che si trasformano in amici. Ma conoscono ancor meglio la grande forza e la tenacia di quei piccoli guerrieri che, con coraggio e con il sorriso stampato in volto, lottano per la vita. Proprio come hanno fatto loro. Sanno quello che si prova quando sulla porta della camera appare Babbo Natale: la gioia di poter scartare un dono, di farsi una foto insieme a Santa Claus, dimenticando per qualche ora medicine, flebo, pastiglie, prelievi e ritrovarsi bambini a giocare, ridere e scherzare. Anche se da un letto d’ospedale, anche se indossando la mascherina.
“Qualsiasi parola dovessi scrivere sarebbe davvero troppo inferiore rispetto alla gioia e alle emozioni che questi piccoli leoncini riescono a donarci – scrivono i ragazzi de La Mitica sulla pagina facebook – Forza campioni noi siamo e saremo sempre con i vostri genitori”.
Nella speranza che sotto l’albero di Natale questi piccoli guerrieri possano trovare la strada giusta per ritornare presto alla normalità: i ragazzi de La Mitica li aspettano a braccia aperte per entrare a far parte della squadra di guerrieri che hanno vinto la malattia.
Barbara Apicella