Anche in Lombardia è partita la febbre dei saldi. Shopping e acquisti di quei capi e di quegli accessori il cui prezzo dopo le feste di Natale subirà un ribasso.
“Gli acquisti verranno effettuati dal 41% delle famiglie (pari circa a 10 mln di famiglie) e l’andamento delle vendite è pressoché stabile: l’aumento rispetto allo scorso anno è del +0,2%, per una spesa media di 181,56 euro per ogni famiglia”. Sarà questo l’andamento secondo le rilevazioni dell’Onf (Osservatorio Nazionale Federconsumatori).
Acquirenti state attenti: il rischio dell’inganno è sempre dietro l’angolo e la possibilità che le promozioni si rivelino decisamente poco vantaggiose è concreta. Ecco il vademecum di Federconsumatori per evitare di rovinarsi lo shopping.
Per prima cosa attenzione al prezzo: il cartellino deve indicare sia il prezzo “ordinario” sia quello scontato, riportando altresì la percentuale di sconto. Per evitare che i potenziali clienti possano confondere la merce in saldo con quella a prezzo pieno sarebbe inoltre utile separare le due tipologie di prodotto. Lo sconto riportato sul cartellino è quello che l’esercente è tenuto ad applicare quindi, nel caso in cui alla cassa venga chiesto il pagamento di una cifra differente, sarà opportuno farlo presente al negoziante. Qualora si presentino difficoltà non esitare a rivolgersi alla Polizia Municipale.
I clienti, come prevede la normativa vigente, anche durante i saldi potranno pagare con carta di credito o bancomat. Nel caso in cui l’esercente non consenta tale opzione di pagamento, è possibile segnalare l’episodio alla Guardia di Finanza.
Naturalmente i capi di abbigliamento (anche quelli in saldo) prima di essere acquistati potranno essere provati. é a discrezione del commerciante consentire il cambio del prodotto. Nel caso in cui il negoziante lo consenta, è quindi sempre meglio provare l’articolo e, prima del pagamento, chiedere all’esercente termini e condizioni per l’eventuale possibilità di sostituzione. E’ buona norma evitare di acquistare prodotti la cui etichetta non indichi, oltre alla composizione, anche le modalità di manutenzione: si eviteranno così spiacevoli incidenti nelle operazioni di lavaggio.
In caso di prodotto difettoso il decreto legislativo n. 24/2002 stabilisce che un periodo di garanzia di due anni per i prodotti nuovi e di un anno per i beni usati, anche nel caso di merce acquistata a saldo: è quindi bene conservare lo scontrino (e possibilmente fotocopiarlo, considerando che le ricevute in carta chimica tendono a sbiadire dopo pochi mesi) per chiedere al negoziante la sostituzione del prodotto difettoso e che comunque presenti un vizio di conformità, emerso entro i 24 mesi dall’acquisto, che ne pregiudichi l’utilizzo.
In alternativa alla sostituzione è possibile usufruire della riparazione o richiedere una riduzione proporzionale del prezzo o ancora scegliere la risoluzione del contratto. Da precisare che l’opzione scelta non deve risultare eccessivamente onerosa o oggettivamente impossibile per il venditore.
Il bene deve essere conforme al contratto di vendita o comunque alle descrizioni rilasciate: nel caso in cui questo non avvenga, il cliente può chiedere il rimborso del prezzo pagato. Segnaliamo che anche la pubblicità deve rispondere a tale criterio.
Qualora il venditore rifiuti di ottemperare ai propri doveri o venga richiesto il pagamento delle riparazioni adducendo alla mancata copertura del difetto nel quadro della garanzia ma tali dichiarazioni non risultino opportunamente dimostrabili, il consumatore potrà rivolgersi al Giudice di pace del Tribunale più vicino oppure chiedere assistenza ad uno sportello Federconsumatori.
I saldi fioccano anche on line. In questo caso è opportuno controllare con attenzione la completezza e l’esaustività della descrizione e la buona qualità delle immagini disponibili per inquadrare il prodotto nel suo complesso.
Proprio tenendo in considerazione l’impossibilità di verificare fisicamente le condizioni e la qualità dei prodotti, il Codice del Consumo prevede particolari tutele per gli acquisti online e a distanza: è il caso ad esempio del diritto di recesso che, come già precisato, non sussiste per gli articoli comprati nei locali commerciali.
L’utente ha 14 giorni di tempo a partire dal momento della consegna per restituire il prodotto e richiedere il rimborso totale dell’importo pagato. Ad ogni modo è preferibile consultare sul sito scelto le indicazioni relative al diritto di recesso.
Nel caso in cui l’acquisto non avvenga dal sito dell’azienda ma attraverso un’altra piattaforma, è necessario verificare l’affidabilità dell’intermediario e la provenienza della merce. Per garantire la sicurezza dei pagamenti, siano essi effettuati tramite carta di credito, carta di debito, bonifico o altri mezzi, è importante utilizzare una connessione protetta, controllare che l’indirizzo del sito web sia preceduto da https (e non da http) e verificare la presenza, in basso a destra nella pagina della transazione, la presenza dell’immagine di un lucchetto. Ricordiamo infine che tutti i siti sono tenuti a riportare l’informativa sulla privacy e sul trattamento dei dati personali.