SEREGNO – I senzatetto rifiutano di essere accolti in una struttura riscaldata, con un bel letto comodo, per ripararsi dall’inverno? Nessun problema, l’amministrazione comunale è pronta ad adeguarsi: per il prossimo “Piano freddo” 2019/2020 è allo studio un progetto unico in tutta la Brianza, che prevede di individuare un luogo dove fornire un’assistenza “open air” ai bisognosi senza privarli delle loro abitudini e del loro stile di vita.
“I dati fanno riflettere – commenta il sindaco Alberto Rossi – in tutti i sensi. Il primo a colpire, in questo ricco territorio brianzolo, è quello di situazioni di povertà che emergono ogni giorno e di tante persone che hanno bisogno di aiuto. Nella sola Seregno abbiamo 40 senzatetto. Il problema è che, a differenza di cittadini in difficoltà che bussano alla porta dei Servizi sociali, questi non si fanno avanti. Un po’ perché si vergognano, un po’ perché vedono con distacco l’istituzione. Dobbiamo intercettarli noi, in ogni modo”.
Già quest’anno, grazie anche alla Comunità pastorale, a tanti volontari e alla disponibilità del Piccolo Cottolengo “Don Orione”, un po’ di senzatetto hanno trovato alloggio in via Verdi. In tutto 13 persone che, almeno per superare il periodo invernale, possono contare su un letto in un ambiente riscaldato, servizi igienici, un piatto per sfamarsi. Visti i precedenti, arrivare a questo punto è già un’impresa titanica superata e un gran bel successo.
“A titolo personale e come sindaco – afferma Rossi – devo ringraziare le realtà coinvolte e i tanti volontari che nel silenzio si danno da fare per quelli che vengono considerati ‘gli ultimi’. Tuttavia non possiamo fermarci qui. Pensare che al ‘Don Orione’ abbiamo ora 13 ospiti su un totale di 40 bisognosi, fa riflettere”.
La difficoltà numero uno, per incrementare il numero degli ospiti, è data dal rifiuto degli stessi senzatetto. Molti di loro non vogliono cambiare stile di vita. Per loro, che vivono ai margini della città, meglio il freddo dell’inverno e un marciapiede piuttosto che una camera o un dormitorio.
Il sindaco, però, non si arrende: “Vogliono stare all’aperto? Li accontenteremo. Per il prossimo ‘Piano freddo’ stiamo cercando di mettere a punto una diversa forma di accoglienza anche per chi non vuole entrare al ‘Don Orione’. Non una camera, visto che viene rifiutata, ma almeno un luogo protetto, dove possono dormire indisturbati senza alcun timore, sotto a una tettoia o a un tendone. Fornendo loro tutte le coperte necessarie e garantendo i pasti quotidiani. Non vogliamo costringere queste persone a cambiare stile di vita, se questo è ciò che desiderano, ma di certo non faremo mancare la nostra vicinanza e tutto il sostegno necessario. Dove, ancora non lo so. Il luogo è da individuare, visto che soltanto in queste settimane si è evidenziato il problema. L’assistenza fornita a 13 persone è motivo di soddisfazione. Da sindaco, tuttavia, non posso dimenticare le altre 27 che hanno ancora bisogno di noi”.