MONZA – La città di Monza sempre sul podio, ma stavolta è da interndersi in modo negativo: secondo Mal’aria, il dossier annuale di Legambiente sull’inquinamento atmosferico, la città di Teodolinda è una delle meno vivibili della Lombardia.
La situazione non è piacevole da nessuna parte. Il traffico, con l’auto privata che continua ad essere di gran lunga il mezzo più utilizzato, il riscaldamento domestico, le industrie e le pratiche agricole hanno fatto sentire il loro peso sulla qualtà dell’aria in tutta la regione. Alcune città, però, hanno raggiunto livelli che l’associazione ambientalista considera da “codice rosso”.
La città che lo scorso anno ha superato il maggior numero di giornate fuorilegge è Brescia con 150 giorni (47 per il Pm10 e 103 per l’ozono), seguita da Lodi con 149 (78 per il Pm10 e 71 per l’ozono), Monza (140), Milano (135), Bergamo e Cremona (127). Analizzando le classifiche stilate dall’associazione, si evince come l’intero bacino padano resti soffocato dalla morsa dello smog. Per quanto riguarda i valori di Pm10 Lodi (centralina Vignati) guida la classifica delle città lombarde che hanno oltrepassato il limite quotidiano fissato per legge a 50 μg/mc, come media giornaliera, da non superare per più di 35 giorni l’anno con 78 giorni, seguita da Milano (Marche) con 74.
Nemmeno i mesi estivi, meno colpiti dalle concentrazioni delle polveri, hanno mostrato segnali positivi: l’ozono troposferico – un inquinante secondario che si forma per reazioni fotochimiche a partire da inquinanti precursori quali gli Ossidi di azoto (NOx) e i composti organici volatili (VOC), spesso sottovalutato perché si forma nelle zone rurali – i capoluoghi di provincia che hanno superato il limite di 25 giorni con una media mobile sulle otto ore superiore a 120 microgrammi per metro cubo vedono Brescia tra le città peggiori per questo inquinante con 103 giorni, seguite da Monza (89), Lecco (88), Bergamo (85), Varese (78). Un quadro preoccupante che per Legambiente indica l’urgenza di pianificare misure strutturali capaci di abbattere drasticamente le concentrazioni di inquinamento presenti e di riportare l’aria a livelli qualitativamente accettabili.
“Le misure di limitazione delle emissioni devono diventare una priorità politica e amministrativa – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia –. Nonostante l’esistenza dell’Accordo di programma per il miglioramento della qualità dell’aria del bacino padano, infatti, tuttora si continua a procedere per deroghe. Oggi la sfida per Regione Lombardia deve essere quella di ridurre il tasso di motorizzazione e di fare della mobilità sostenibile il motore del cambiamento. È necessario ripensare le città per le persone, non per le auto, con regolamenti che disincentivino l’uso delle automobili, incentivando davvero la mobilità sostenibile, potenziando il trasporto pubblico locale, urbano e pendolare e prevedendo reti ciclabili che attraversino nelle diverse direttrici i centri urbani, prendendo esempio dalle maggiori città europee che si muovono in questa direzione già da tempo. Come sta avvenendo a Milano, per esempio, una città dove già oggi il 50% degli abitanti usa i mezzi pubblici, cammina e pedala e l’esperienza dell’Area C ha condotto all’introduzione da quest’anno di una più vasta zona a emissioni limitate (Low Emission Zone) l’area B, con pedaggi per l’ingresso ai veicoli più inquinanti. Per uscire dall’emergenza cronica dello smog occorre che le città redigano PUMS ambiziosi ripensando l’uso di strade, piazze e spazi pubblici, creando ampie “zone 30” e prevedendo nuove aree verdi nei centri urbani”.
Ogni anno in Europa, stando ai dati dell’Agenzia Europea per l’ambiente, sono oltre 422mila le morti premature all’anno per inquinamento atmosferico e l’Italia si colloca tra i paesi europei peggiori, con più decessi in rapporto alla popolazione, pari a più di 60.600 nel solo 2015, di cui 20.500 riconducibili al Biossido di Azoto, mentre 3.200 sono legate ad alte concentrazioni di Ozono (O3).
Legambiente, tuttavia, non tira le orecchie soltanto alla Regione Lombardia e alle amministrazioni comunali: “Anche i cittadini – conclude Meggetto – possono fare molto. Devono ripensare il loro stile di vita in una chiave più ecofriendly, scegliendo una mobilità dolce e privilegiando lo sharing dei veicoli. Inoltre possono riqualifiare le proprie case per migliorare l’isolamento termico e abbattere le emissioni”.