MONZA – Per i quarantenni e i cinquantenni di oggi è stato il punto di ritrovo durante le bigiate, per le riunioni reali con gli amici davanti a un panino e a una birra e non allo schermo di uno smartphone.
Tutta un’altra epoca quella vissuta dai ragazzi di allora che hanno visto nascere e crescere uno dei locali simbolo di Monza: chi non è passato dallo “Speedy”? Una paninoteca – ma non solo – che nei giorni scorsi ha spento la trentesima candelina con una grande festa e inaugurando anche il secondo locale (in via Moncenisio 14) oltre a quello storico di via Appiani.
Una grande festa alla quale ha voluto partecipare anche il sindaco Dario Allevi e gli assessori: certamente anche loro in passato avranno vissuto l’atmosfera unica che si respirava in quel locale. Tutto è iniziato per caso, come ci racconta Davide Mignani, 45 anni, tre figli e una vita dietro al bancone dello “Speedy” rilevato dal papà trent’anni fa, quando ancora era possibile tentare l’avventura imprenditoriale.
“Non avevo voglia di lavorare – ci racconta -. Mio fratello era molto portato per gli studi e oggi è un ingegnere. Io non avevo altrettanta passione per il libri, ma per il lavoro sì. Un giorno mio papà, meccanico, nato e cresciuta in una famiglia di grandi lavoratori, decise di tentare questa avventura, intuendo che quella per me poteva essere un’opportunità”. Ci aveva visto bene il papà di Davide quando rilevò quello “Speedy” (il nome venne mantenuto), affidando la nuova attività alla moglie (casalinga) e al suo Davide.
“Voglia di lavorare e di sperimentare non mi mancavano e non mi mancano -prosegue – Siamo partiti da zero e dopo un breve periodo di affiancamento con i vecchi gestori abbiamo continuato da soli”. Un’azienda formato famiglia con il papà e il fratello di Davide che appena potevano andavano allo “Speedy” a dare una mano.
Poi i cambiamenti: l’arredamento, il menù, la clientela formata sì da tanti giovani ma anche dalle mamme e dalle famiglie. Tutti accomunati dalla passione per il panino, ma soprattutto dalla gioia di stare in un ambiente familiare. “Allo Speedy ho visto bambini diventare adulti – prosegue -. Ragazzi che adesso vengono con figli e qualcuno persino con i nipoti”.
Nel 2019 il salto di qualità: un nuovo locale (“In quello di via Appiani non c’era più possibilità di espansione e di cresciuta”, aggiunge Davide), un menù che si è adeguato anche ai gusti che negli ultimi trent’anni sono cambiati (“Anche se i classici continuano ancora a riscuotere un grande successo”), e un team di collaboratori giovani ed entusiasti.
L’adrenalina è alle stelle per questa nuova avventura: appena archiviata la grande festa Davide pensa già a nuovi panini. “Quello per i trent’anni non l’ho creato – conclude -. Ma certamente arriverà. Magari tirerò fuori dal cassetto qualche vecchia ricetta e poi, scovato l’ingrediente gusto che fino ad allora non avevo trovato, lo proporrò ai miei clienti”.
Barbara Apicella