MONZA – C’era anche Sergio Bramini ieri in Senato mentre il senatore grillino Gianluigi Paragone interveniva in aula nella discussione per la modifica dell’articolo 560 del codice di procedura civile. Quell’articolo che ha permesso di poter sfrattare lo scorso 18 maggio Sergio Bramini malgrado la casa non fosse ancora stata venduta all’asta. Un emendamento che il monzese fallito a causa dello Stato da sempre combatte e che fino ad oggi permette di allontanare gli inquilini morosi dall’alloggio anche in presenza, nel nucleo familiare, di minori, disabili e anziani.
Paragone ha iniziato il suo interventi citando un passo del libro “Furore”, ambientato nella crisi americana del 1929 con l’indignazione del protagonista allontanato dalla sua casa e che non sa a chi rivolgersi per chiedere giustizia perché c’è sempre un potere più forte che detta legge a vari enti e professionisti che fanno parte di questa macchina amministrativa.
“La volontà di cambiare questo articolo 560 parte proprio dalla vicenda di Sergio Bramini – ha spiegato Paragone all’aula -. Qualcuno ci aveva accusati di fare passerella elettorale sulla vicenda di Bramini. Il Movimento 5 Stelle e la Lega volevano incidere profondamente su questo emendamento e lo stiamo facendo>>.
Un riassunto della vicenda del monzese fallito a causa dello Stato: Sergio Bramini vantava un credito di 4 milioni di euro dalle Ato; soldi mai arrivati e per non licenziare i suoi 32 dipendenti aveva ipotecato la sua casa poi finita all’asta. <<Ci avete consegnato un Paese in cui le sofferenze bancarie sono più importanti rispetto a quelle dei cittadini che soffrono – ha spiegato Paragone -. E’ arrivato il momento di riequilibrare la situazione, usare il buon senso>>. L’obiettivo è quello di non sfrattare gli inquilini prima della vendita dell’immobile all’asta. Paragone ha inoltre garantito che con l’attuale Governo la Pubblica Amministrazione pagherà i debiti. “Grazie a Sergio per il suo contributo – ha concluso Paragone – In questa maggioranza siamo l’abs sociale”.
Anche Bramini al termine della seduta è intervenuto sui social “Vogliamo ridare dignità e giustizia ai debitore”, ha postato sul suo profilo Facebook.
B. Api