MILANO – Una nuova legge sui servizi funebri e cimiteriali è stata votata ieri dal Consiglio regionale. Con una novità, anzi due. La prima era già stata resa nota nelle scorse settimane in fase di presentazione del progetto. Ovvero su richiesta o per volontà del defunto o degli eredi sarà possibile tumulare, previa cremazione e in teca separata, gli animali di affezione, nello stesso loculo del defunto o nella tomba di famiglia. La seconda, invece, su emendamento presentato dal consigliere brianzolo Andrea Monti (Lega), prevede che la concessione in uso di aree interne al cimitero ad associazioni debba sempre garantire la ricezione di salme indipendentemente dal sesso, dall’etnia e dalla professione religiosa.
“Questo emendamento – spiega lo stesso Monti – punta a mettere la parola fine a pratiche che tendono a ghettizzare, in una realtà pubblica, quella del cimitero, dove non dovrebbero esistere discriminazioni di sorta. Capita infatti che alcuni comuni abbiano utilizzato la vecchia normativa regionale per assegnare in convenzione parti del cimitero ad associazioni, prevalentemente islamiche, cosa che legittima di fatto un utilizzo esclusivo di una determinata zona a persone solo e unicamente dello stesso culto”.
“Con la modifica proposta e approvata – argomenta l’esponente della Lega – se un’associazione vorrà stringere una convenzione, non dovrà operare alcuna discriminazione, né di sesso, né di religione o di etnia per la sepoltura di una salma. La finalità dell’emendamento è quella di garantire il cimitero quale struttura comunale aperta e a disposizione di tutti i cittadini del bacino, al pari di una scuola, di un ospedale o di un centro sportivo”.
“Riteniamo questa modifica di particolare interesse – conclude Monti -, non solo nel rispetto dei principi generali di non discriminazione, ma anche al fine di evitare un’eccessiva frammentazione della struttura cimiteriale che, con l’attivazione di un numero non noto di convenzioni di tipo “chiuso”, come già sta accadendo in certe realtà, rischierebbe in prospettiva di irrigidire eccessivamente l’offerta di posti liberi”.