LISSONE – “Sentiva i suoi pensieri scivolare via, insieme alle sue forze. Era inerme di fronte a ciò che era accaduto e che aveva provocato anche lei. Sì, doveva ammetterlo: l’aveva voluto quel momento, l’aveva cercato, quasi assaporato. La fine di tutto”.
Così inizia il racconto di Marzia Astorino “Lei e le scarpe rosse” che nel concorso letterario nazionale “La pelle non dimentica” ha vinto il premio della Giuria. Nel giorno della festa della donna omaggio alla scrittrice lissonese Marzia Astorino che con la sua penna veloce, delicata e coinvolgente dà spazio e voce alle donne.
Il 24 marzo l’autrice – 42 anni, nella vita ragioneria nell’ufficio amministrativo di un’azienda che da sempre coltiva la passione per la scrittura – riceverà ad Ascoli Piceno il premio della Giuria per questo racconto intenso ed attuale dove viene raccontata la storia di una “lei” vittima di violenza. Un racconto che parte dalla fine, da quella che per tante donne si è rivelata la fine della vita: lei che, ormai ai ferri corti con l’ex marito o l’ex compagno, decide comunque per l’ultima volta di incontrarlo per un chiarimento. In quel momento nella mente della protagonista del racconto (ma anche delle donne che questa esperienza l’hanno vissuta) ritornano i momenti di gioia e amore con quello che, da principe azzurro si è poi trasformato in aguzzino. Il ricordo degli esordi di quell’amore: poi la perdita del posto di lavoro, la crisi economica hanno sostituito alle parole dolci e affettuose, prima gli insulti e poi gli schiaffi.
Marzia Astorino da sempre dà voce alle donne, a quei problemi femminili che ancora oggi sono un tabù, come l’impossibilità a diventare madre a causa dell’endometriosi. L’autrice nel 2008 ha scritto e pubblicato il “Diario Endometriosi-Mai più sola”, un libro autobiografico sulla mia esperienza di donna affetta da endometriosi. Un libro scritto con il cuore con l’obiettivo di diffondere la conoscenza della malattia e far capire alle donne che soffrono della stessa patologia, che non sono sole. Un libro breve ma intenso, a volte un pugno nello stomaco della lettrice: il dolore che traspare perfettamente, il non sentirsi compresa, capita. Una sofferenza fisica che trafigge anche l’anima e quella disperazione nel non poter concepire. Che porterà comunque Marzia a diventare, insieme al marito, genitore adottando un bambino.
Un libro al quale Marzia Astorino è molto legata e che continua a divulgare e diffondere affinché chi come lei ha vissuto la stessa esperienza non si senta sola.
Barbara Apicella