Si tratta di un’oasi verde che gli amanti della fotografia naturalistica conoscono e apprezzano per la possibilità di immortalare le numerose specie di rapaci che vi dimorano, come civette, allocchi, barbagianni, gufi e poiane.
Le guardie ecologiche volontarie hanno prontamente avvisato dell’accaduto i Carabinieri Forestali, che hanno sequestrato tutto il materiale.
L’Enpa ha poi fatto una sua indagine tra i fotografi naturalisti: “Abbiamo scoperto, con raccapriccio, che questa pratica è comunemente utilizzata, anche se da una piccolissima minoranza. Condanniamo con fermezza questa pratica crudele, che non può essere certo giustificata dal fatto che i topolini utilizzati vengono comunemente venduti nei negozi come cibo vivo per rapaci o rettili e acquistati da chi ha una visione distorta dell’amore per gli animali”