DESIO – “Appare inopportuno continuare a ridimensionare l’ospedale di Desio a favore di quello di Monza”. Reagisce così Marco Fumagalli, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, all’annuncio dell’assessore Giulio Gallera riguardo alla conclusione del “primo giro” delle consultazioni per la revisione dei confini delle Asst, le aziende socio sanitarie territoriali.
Un argomento che da queste parti è decisamente sentito. Sono diversi i Comuni che hanno chiesto di rivedere un po’ la riforma della sanità lombarda, ritenendo sbagliata la scelta di essere accorpati all’ospedale di Vimercate, struttura sanitaria decisamente fuori mano e che, salvo eccezioni, non utilizzeranno mai. A Seregno sono tutti d’accordo sulla necessità di essere inquadrati geograficamente con l’ospedale di Desio, che potrebbero raggiungere anche a piedi. Idem per Lissone, che si trova l’ospedale san Gerardo sotto casa. A maggior ragione le realtà situate ancora più a ovest.
“Questo prima tornata di consultazioni – ha spiegato l’assessore Gallera – ha consentito di puntualizzare la conoscenza delle dinamiche e delle peculiarità di quest’area particolarmente variegata della nostra Regione. Faremo le valutazioni opportune e, se necessario, andremo ad approfondire ulteriormente i temi più delicati e significativi che sono stati evidenziati in questi mesi”. L’obiettivo è quello di arrivare a una valutazione definitiva entro il mese di luglio.
Al Pirellone, nell’aula del Consiglio regionale, il pentastellato Fumagalli però alza la voce: “Gli incontri svolti in relazione alla revisione dei confini delle Asst della Provincia di Monza e Brianza, hanno evidenziato in più occasioni la riduzione di competenze dell’ospedale di Desio e delle risorse impiegate. Nel generale malessere in cui si trova la sanità lombarda con le lunghe liste di attesa e il fallimento della presa in carico della cronicità, appare inopportuno continuare a ridimensionare l’Ospedale di Desio a favore di quello di Monza”.
La critica non è nei confronti della qualità della struttura sanitaria monzese, bensì relativa all’organizzazione dei servizi sul territorio: “A fronte di una vocazione dell’ospedale di Monza sempre più protesa alla ricerca e all’insegnamento universitario – spiega Fumagalli – , deve corrispondere una migliore implementazione dell’organizzazione degli altri ospedali brianzoli con relative assegnazione di risorse idonee a fornire quel servizio che i cittadini dell’ovest Brianza si aspettano”.
Dalla sua parte ha il Cob, il Comitato Ovest Brianza costituito da medici e da professionisti che operano nel settore della salute e della sanità, che a più riprese ha parlato di “follia nell’abbinamento all’ospedale di Vimercate” e “massacro degli ospedali della Brianza ovest: quello di Giussano ingiustamente ridotto a quasi nulla, quello di Seregno declassato a centro di rieducazione, allo sbando e associato ridicolmente a Vimercate quando Desio è contiguo, quello di Carate in costante e preoccupante ridimensionamento”.