MONZA – E’ stato presentato ieri a Monza, nella sede della Provincia, il progetto Seav – Servizi Europa di Area Vasta – Lombardia Europa 2020. L’iniziativa è promossa da Anci Lombardia, Regione Lombardia e Provincia di Brescia (coordinatrice nell’ambito del progetto delle province lombarde) e prevede la creazione e il rafforzamento di Uffici Europa in tutti i territori provinciali lombardi per permettere agli enti locali che si organizzano a livello sovracomunale di cogliere le opportunità messe a disposizione dai finanziamenti comunitari.
Il progetto è finanziato con complessivi 2 milioni di euro, risorse europee messe a disposizione da Regione Lombardia nell’ambito dei fondi POR-FSE. Sono intervenuti il Sindaco Dario Allevi, il Presidente Roberto Invernizzi e il segretario Anci Lombardia Rinaldo Redaelli. Partito a ottobre, ad oggi l’associazione dei comuni ha promosso e raccolto le intese di avvio del progetto a Varese, Brescia, Como, Cremona, Mantova, Pavia, Sondrio, Lecco. Dopo Monza e Brianza saranno siglati gli accordi a Lodi, Bergamo e a Milano. Alla fine dell’anno scorso, in collaborazione con Regione, è stato aperto anche un contact point a Bruxelles, presso Casa Lombardia, che servirà a promuovere ulteriori momenti di formazione a favore degli enti locali lombardi e ad attivare le partnership con istituzioni e stakeholder europei utili per l’accesso diretto ai fondi stanziati nell’ambito della programmazione comunitaria.
“Fare rete è la mission di questo Ente – dichiara il Presidente Roberto Invernizzi – che dal 2014, dopo l’entrata in vigore della legge Delrio che ne ha ridimensionato funzioni e competenze, ha riorganizzato la propria governance per rispondere ai bisogni dei Comuni. La nostra Provincia è diventata un hub di servizi partendo da progetti pilota che sono cresciuti diventando in alcuni casi best pratctices in corsi universitari. Partecipiamo al progetto Seav Lombardia Europa 2020 mettendo a disposizione il know how maturato in questi anni nella programmazione di servizi di area vasta consapevoli che aprire un canale verso l’Europa ha un valore altamente strategico per intercettare finanziamenti corposi per temi che ci stanno a cuore e su cui già si sono portate avanti alcune progettualità. E’ notizia di qualche giorno fa che il progetto Ue-Incongruo in cui la Provincia sta partecipando in qualità di delivery partner per la riqualificazione del Grugnotorto ha superato il primo ceck di controlli dimostrando di poter competere a livello internazionale. Sono convinto che collaborando insieme per la nascita di questo servizio potremmo investire maggiormente nella formazione di professionalità che mancano nei nostri Comuni per dare nuove opportunità di crescita e sviluppo alla Brianza”.
“L’Italia – ha detto il sindaco Dario Allevi – ha una cronica difficoltà nella gestione dei fondi strutturali e d’investimento europei, con la conseguenza che il tasso di assorbimento dei finanziamenti è nettamente inferiore alla media UE. È evidente che sussiste un problema del Sistema-Paese nel reperire queste risorse. Un dato su tutti: nel periodo 2014-2020 al nostro Paese sono stati assegnati circa 41 miliardi di fondi Ue e a marzo 2018 ne avevamo spesi solo l’8%! Il mio invito, quindi, è quello di ‘fare squadra’: dobbiamo essere molto più presenti nel Parlamento e nel Consiglio europeo dove si decidono le ripartizioni delle risorse e le modalità di spesa e dove si costruiscono alleanze e posizioni condivise sui temi che interessano l’Italia, in modo da contare davvero al momento delle decisioni. Ma c’è un altro dato significativo: siamo ultimi in Europa, insieme a Malta, Croazia e Spagna, per capacità di spesa, ma siamo il secondo Stato membro beneficiario, dopo la Polonia che però spende in valore assoluto più del doppio di noi. Per questo i Comuni devono ‘imparare’ a fare massa critica e a presentare bandi condivisi. Ecco perché serve maggiore autonomia nell’utilizzare i fondi europei e, soprattutto, più competenze. Qui diventa cruciale il ruolo di Anci”.
“Vogliamo far crescere – ha spiegato il Segretario di Anci Lombardia, Rinaldo Redaelli – le competenze di tecnici e funzionari degli enti locali e fare in modo che il territorio condivida i bisogni ma soprattutto la capacità di costruire le indispensabili progettualità per darvi risposta. L’impegno di Anci, delle Province e dei Comuni capoluogo è di mettersi a servizio del territorio, con il sostegno di Regione. E il fine ultimo di tutto il progetto è di attrarre, utilizzare e gestire risorse europee utili a realizzare interventi che rispondano alle esigenze e peculiarità dei diversi territori, attraverso un percorso integrato di rafforzamento delle competenze costituito da interventi di ricerca, informazione, progettazione, sperimentazione e implementazione che consenta di istituire sul territorio regionale gli uffici Europa e di avviarne l’operatività. Le Province, oggi case dei Comuni, saranno indispensabili come supporto e come luogo per condividere bisogni e progetti inseriti nella programmazione territoriale”.
L’iniziativa – tra pochi giorni anche on line su www.lombardiaeuropa.eu – durerà 30 mesi e prevede l’attivazione di laboratori tematici, formazione, coaching, assistenza diretta ai tecnici degli enti locali, fino alla start up di veri e propri uffici territoriali in convenzione dedicati alla individuazione dei bisogni su aree omogenee sovracomunali e alla progettazione utile a ottenere finanziamenti europei. Nell’ambito di Lombardia Europa 2020 è stato predisposto un questionario inviato a più di 1500 enti locali lombardi (Comuni, Province, Comunità montane) al quale hanno risposto quasi in 900. Dai risultati analizzati ed elaborati da Anci Lombardia emerge che i progetti presentati o a cui gli enti locali hanno partecipato in partnership con altre istituzioni sono stati 561 nel periodo dell’attuale programmazione 2014-2020. La percentuale di successo si attesta al 35% nel campo della progettazione diretta, mentre dell’89% in quella in cui gli enti locali hanno partecipato in partnership con Regione Lombardia nell’ambito dei fondi strutturali. Per quel che riguarda il personale che si occupa di Europa, il 67% è laureato, ha un’età media di 27 anni e per il 70% è donna.