MONZA – I sindacati contro il “Decreto Salvini” e i tagli ai budget per l’accoglienza e la gestione dei migranti. Con un comunicato congiunto firmato da Rsa Fp Cgil i sindacati bocciano gli interventi del Ministro degli Interni in tema di gestione dell’accoglienza.
“I nuovi bandi colpiscono l’accoglienza sul piano materiale attraverso una riduzione di quasi il 50% del budget rispetto ai precedenti – si legge nella nota stampa – Un taglio così drastico dei fondi a disposizione e la contestuale penalizzazione in termini economici delle strutture di accoglienza più piccole rispondono ad una chiara logica che punta a smantellare tutti i sistemi provinciali di accoglienza diffusa (costruiti, cioè, come ad esempio quello monzese, su una rete di appartamenti) in favore di grandi centri dove concentrare i richiedenti asilo in un lungo ed estenuante periodo di attesa privo di alcun intervento per l’inclusione sociale: nessun corso di alfabetizzazione, nessun percorso di formazione professionale, nessun progetto di inserimento lavorativo e di integrazione sociale”.
I sindacati sostengono che con questo intervento si va a penalizzare tutti coloro che in questi anni hanno comunque lavorato per il bene dei migranti. “Grazie a campagne politiche e mediatiche che hanno stigmatizzato e delegittimato il nostro lavoro facendolo rientrare nel calderone di chi lucra e fa business sulla pelle degli immigrati – scrivono – le nuove direttive cancellano quasi totalmente i servizi indirizzati a favorire l’autonomia economica e sociale delle persone accolte mentre si guardano bene dal colpire il sistema della mala-accoglienza, mettendo indiscriminatamente a rischio migliaia di posti di lavoro”.
Da qui l’impegno dei sindacati di attivare un percorso che ha permesso di aprire un confronto con le rispettive Presidenze e di mantenere un dialogo sempre aperto e costante tra i colleghi. “Non volevamo infatti assistere passivamente alle decisioni prese dall’alto né a livello nazionale e prefettizio – precisano – né tantomeno a livello interno alle nostre cooperative. A novembre 2018 abbiamo così richiesto l’apertura di un tavolo di trattativa sindacale all’interno del quale abbiamo avanzato delle proposte che puntassero chiaramente a tutelare la minacciata occupazione di tutte le figure professionali impiegate nell’area dell’accoglienza migranti: operatori sociali, insegnanti, custodi e personale amministrativo. Se da un lato infatti siamo sempre stati ben consci del peggioramento che il settore dell’accoglienza avrebbe subito a livello nazionale con le nuove leggi e direttive, dall’altro sempre avuto ben chiaro il contributo che l’accoglienza stessa ha prodotto in questi anni in termini di bilanci e di sviluppo per gli enti gestori”.
La richiesta alle cooperative di impegnarsi nello strutturare un piano di ricollocazione che permettesse a tutti lavoratori in esubero del settore di non perdere il lavoro e di mantenere un monte-ore adeguato al ruolo finora svolto e di investire prima di ogni altra cosa sulle persone e sulle professionalità, arginando la precarietà che caratterizza il nostro settore tramite la stabilizzazione di tutti i contratti in scadenza, specie quelli non più rinnovabili a tempo
determinato (secondo quanto predisposto dal cosiddetto “decreto dignità” in vigore da agosto 2018).
“A più di tre mesi dall’apertura del tavolo sindacale – concludono – con rammarico dobbiamo però rilevare una disponibilità ancora soltanto parziale nella tutela occupazionale di tutti i lavoratori e una sostanziale chiusura rispetto al ricorso al FIS. Ad oggi, infatti, sarebbe stata pianificata la ricollocazione soltanto di una parte delle decine di colleghi con i contratti in scadenza, e per di più con un monte-ore ridotto rispetto a quello odierno, mentre tutti i restanti (in particolare insegnanti e custodi) andrebbero incontro alla prospettiva di perdere il lavoro il 30 aprile 2019, una volta cioè scaduti i vigenti bandi prefettizi. Chiediamo alle cooperative di rispondere alla crisi difendendo i percorsi di integrazione costruiti fino ad oggi dagli accolti e investendo nei lavoratori che in questi anni hanno contribuito con impegno e professionalità alla crescita delle cooperative stesse”.